HomeCriptovaluteBitcoinPrezzo di Bitcoin in calo per colpa dei Treasury USA?

Prezzo di Bitcoin in calo per colpa dei Treasury USA?

Negli ultimi giorni, c’è stato un significativo calo del prezzo di Bitcoin. 

Il calo è iniziato lunedì, in particolare dopo la riapertura delle borse dopo la chiusura per il weekend. 

In un primo momento il prezzo di BTC era sceso da 71.000$ a 69.000$, ma in seguito era sceso anche a 68.000$. Ieri però il calo è continuato, con una discesa anche fin sotto i 65.000$. 

Tale discesa per ora sembra essersi arrestata ieri pomeriggio, dopo l’apertura delle borse USA. 

Il ruolo dei Treasury USA sul movimento del prezzo di Bitcoin 

I Treasury Bond (detti anche T-bond) sono i titoli del debito pubblico statunitense a lungo termine.

Si tratta di obbligazioni che pagano una cedola semestrale, e ieri il tasso di rendimento dei T-bond a 10 anni (US10Y) ha raggiunto il picco massimo del 2024 a quasi il 4,4% annualizzato. 

Il livello attuale non si vedeva da novembre dell’anno scorso, anche se un mese prima era arrivato addirittura a sfiorare il 5%. 

A fine 2023 però il rendimento annuale era sceso sotto il 3,8%, per poi iniziare nuovamente a salire a partire da inizio gennaio. 

Nel cordo di questi primi mesi del 2024 è quasi costantemente risalito, anche se non in modo lineare, con un andamento molto simile a quello del Dollar Index (DXY). 

Infatti a fine febbraio era leggermente sceso, ma solo per poi tornare a salire poco prima della metà di marzo. 

Durante la risalita di gennaio il prezzo di Bitcoin sostanzialmente aveva lateralizzato scendendo da 45.000$ a 40.000$, mentre a febbraio aveva poi iniziato la sua prima importante risalita del nuovo anno fino ad oltre 50.000$, proprio in concomitanza con la leggera discesa del rendimento dei T-bond e del dollaro. 

Sempre durante tale discesa era poi partito l’ultimo rally del prezzo di Bitcoin che durante le prime due settimane di marzo lo aveva portato sopra i 70.000$.

Il calo dei giorni scorsi

Proprio nei giorni precedenti a quelli in cui il prezzo di Bitcoin faceva registrare il nuovo massimo storico, il rendimento dei T-bond ha ripreso a salire. 

In un primo momento il Dollar Index invece rimase fermo, ma a partire proprio dal 14 marzo, giorno dell’ATH di BTC, anche il Dollar Index ha ripreso a salire. 

Fino al 19 marzo sia US10Y che DXY erano in risalita, proprio mentre BTC era in calo. 

A partire dal 20 marzo invece US10Y ha subito una piccola flessione, mentre DXY ha continuato a salire. Proprio in quei giorni la prima correzione del prezzo di BTC dopo l’ATH si fermò. 

Anzi, a partire dal 23 di marzo, quando si fermò anche la risalita del Dollar Index, il prezzo di Bitcoin ha fatto registrare un piccolo rimbalzo che lo ha riportato oltre i 70.000$. 

La situazione è cambiata proprio lunedì, quando prima US10Y e poi DXY sono tornati a salire. A quel punto il prezzo di Bitcoin ha ripreso a scendere, anche se la correzione dei giorni scorsi è stata inferiore a quella di fine marzo. 

I motivi del calo del prezzo di Bitcoin (BTC)

L’ipotesi è che l’aumento del rendimento dei T-bond abbia generato un deflusso di capitali da asset risk-on, come Bitcoin. 

I T-bond vengono ritenuti investimenti risk-off, e quando offrono un rendimento ritenuto interessante diventano molto attraenti proprio per la loro natura a basso rischio. 

Ad esempio anche nel corso del 2022, mano a mano che aumentavano i tassi di interesse della Fed, il rendimento dei T-bond è salito, dall’1,3% ad oltre il 4%, e questo potrebbe aver influito sul bear-market di Bitcoin. 

A fine 2022 US10Y smise di crescere, ed il bear-market di BTC si arrestò. 

In questo momento è però difficile immaginare se il rendimento dei T-bond statunitensi continuerà a salire, oppure ancora una volta invertirà la tendenza. 

I problemi degli ETF

Ieri per la prima volta da quando esistono i nuovi ETF su Bitcoin spot, quello con i maggiori deflussi non è stato GBTC di Grayscale. 

Infatti mentre GBTC ha fatto registrare deflussi per 82 milioni di dollari, ieri ARKB di Ark ha fatto registrare ben 88 milioni di dollari di deflussi. 

Questi numeri, però, impallidiscono nei confronti dei 302 milioni di dollari di deflussi giornalieri registrati il giorno prima dal solo GBTC. 

Complessivamente lunedì si sono registrati deflussi pari a 85 milioni di dollari da tutti gli ETF su Bitcoin, ma provenienti quasi tutti da quello di Grayscale. 

La settimana precedente invece si erano registrati afflussi complessivi costanti, mentre quella ancora precedente si erano registrati deflussi complessivi costanti. 

Da notare che dall’11 gennaio, ovvero da quando sono stati lanciati sulle borse USA, nel complesso si sono registrati 12 miliardi di dollari di afflussi, ma a fronte di 15 miliardi di deflussi dal solo GBTC. 

In altri termini tutti i deflussi da GBTC vengono compensati dagli afflussi verso gli altri ETF, e nel complesso alla fine gli afflussi superano i deflussi, ma non tutti i giorni. 

Queste dinamiche però sembrano essere guidate dall’andamento del prezzo di BTC, e non viceversa. Invece a monte del suo andamento potrebbero esserci i movimenti di capitali in ingresso o in uscita ad esempio dai T-bond. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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