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La Federal Reserve potrebbe non tagliare i tassi nel 2024

Secondo il presidente della Federal Reserve of Minneapolis, Neel Kashkari, la banca centrale statunitense potrebbe essere costretta ad attendere il 2025 per iniziare ad abbassare i tassi di interesse. 

Lo riferisce Bloomberg citando un’intervista rilasciata da Kashkari a Fox News Channel.

Uno scenario tale potrebbe influire negativamente anche sui mercati crypto. 

Il problema del taglio dei tassi da parte delle Federal Reserve

Il ragionamento di Kashkari parte dalla resilienza del mercato immobiliare statunitense. 

Con un mercato immobiliare che non accenna a flettere, nonostante i tassi di interesse ancora molto alti, c’è il rischio concreto che l’inflazione non continuerà a scendere verso il 2%.

Prendendo come riferimento il tasso di inflazione core annuo degli USA, se da aprile dell’anno scorso fino a febbraio 2024 era sceso dal 5,5% al 3,8%, a marzo invece il trend discendente sembra essersi interrotto. 

In altre parole negli ultimi mesi sembrano esserci dei fattori che stanno remando contro questa discesa, tanto da avere addirittura la forza di arrestare il calo che va avanti quasi ininterrottamente da ottobre 2022, se non forse persino di invertirlo. 

Uno di questi fattori è proprio la resilienza del mercato immobiliare statunitense, sul quale i prezzi continuano nonostante tutto a salire. 

Secondo Kashkari la Fed potrà seriamente prendere in considerazione la possibilità di iniziare a tagliare i tassi di interesse solo quando sarà chiaro, certo ed evidente che l’inflazione starà diminuendo. 

A quel punto è possibile che i mercati crypto non vengano influenzati positivamente nella seconda parte del 2024 da questo tipo di decisioni, anche se nulla esclude che potrebbero venire influenzati da altre decisioni o altri avvenimenti. 

Federal Reserve: Le previsioni sul futuro taglio dei tassi di interesse

Il presidente della Federal Reserve of Minneapolis sostiene che per poter arrivare ad avere buone certezze sul fatto che sia possibile iniziare a tagliare i tassi grazie ad un’inflazione tornata in calo, potrebbe essere necessario attendere fino al 2025. 

Non sono però tutti d’accordo con questa ipotesi. 

Ad esempio i mercati finanziari in questo momento sembrano essere convinti che la Fed potrebbe iniziare a tagliarli già a fine settembre, o al massimo ad inizio novembre. 

Tuttavia va ricordato che queste previsioni a lungo termine dei mercati finanziari negli ultimi anni si sono rivelate molto più ottimistiche rispetto alla realtà dei fatti, tanto che a fine 2023 davano per probabile l’inizio del taglio dei tassi già a marzo 2024. 

Ora invece non solo hanno dovuto cambiare forzatamente idea, dato che a marzo la Fed non li ha tagliati, ma hanno addirittura smesso di credere che i tagli possano iniziare ad arrivare già a maggio, o giugno o luglio. 

Esiste però la possibilità che la verità stia nel mezzo. 

La campagna elettorale

Negli USA è già in corso la campagna elettorale per le elezioni presidenziali di novembre. 

Le elezioni si svolgeranno prima che vengano pubblicati i dati relativi all’inflazione di ottobre, quindi l’impatto di un eventuale taglio dei tassi a settembre non farà in tempo a svelare i propri risultati prima che le persone vadano a votare. 

Durante l’attuale campagna elettorale il governo democratico di Joe Biden, che si è ricandidato, sta cercando di favorire il più possibile l’economia statunitense con un elevato deficit pubblico. 

Se da un lato questo deficit pubblico sembra stia effettivamente aiutando l’economia USA, dall’altro però stimola anche inevitabilmente l’inflazione. 

Dato che l’inflazione core è al 3,8%, ed a quanto pare non sta aumentando, Biden deve aver pensato che una tale strategia potrebbe portargli più vantaggi elettorali che svantaggi. 

Certo, nel caso in cui invece l’inflazione nei prossimi mesi dovesse risalire ampiamente sopra il 4% allora qualche svantaggio elettorale potrebbe averlo, ma la reazione dell’inflazione agli stimoli governativi risulta essere relativamente lenta. 

In un tale quadro è possibile che la Fed stia cercando di inviare al governo dei messaggi più o meno espliciti sul fatto che l’attuale strategia sia alla base della nuova possibile fiammata dell’inflazione. 

Si tratta probabilmente di veri e propri avvertimenti, dato che a Biden farebbe comodo un taglio dei tassi prima di novembre, sempre per ragioni elettorali. 

Il ruolo della Fed

Il compito della Fed però non è quello di soddisfare le esigenze elettorali del governo, ma di cercare di riportare l’inflazione al 2%. 

Quindi il ragionamento di Kashkari non solo è perfettamente lecito, ma è anche assolutamente logico. 

In altre parole la Fed non potrebbe tagliare i tassi di interesse solo perchè ad uno dei candidati la cosa potrebbe portare giovamento, ed anzi dovrebbe non tagliarli se l’inflazione non dovesse tornare a scendere. 

Oltretutto l’attuale presidente della Fed, Jerome Powell, fu scelto da Donald Trump, che sarà il principale sfidante di Joe Biden alle presidenziali di novembre. 

A questo punto sembra effettivamente probabile che la Fed possa decidere di non tagliare i tassi di interesse fino a che non vi saranno chiari segni che l’inflazione sarà tornata a scendere verso il 2%, anche se dopo le presidenziali del 5 novembre le cose potrebbero cambiare. 

La Fed dovrà prendere una decisione il 7 di novembre, ad elezioni concluse, ed a quel punto potrebbe non avere più alcuno ostacolo politico nel decidere come procedere. 

I mercati in realtà pensano che già la decisione del 18 settembre potrebbe andare in tal senso, dato che non farà in tempo a produrre conseguenze che potrebbero incidere sulle elezioni del 5 novembre, ma qualora la banca centrale si sentisse in qualche modo tirata in ballo a scopo elettorale potrebbe decidere di alzare un muro e di rifiutarsi di seguire le indicazioni della politica. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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