La Presidente del New York Stock Exchange (NYSE), Lynn Martin, si dice aperta ad offrire il trading crypto, a patto che il quadro normativo sia più chiaro. Non solo, Martin considera il trading crypto come un’opportunità di espansione per il gigante del mercato azionario.
Summary
NYSE: la Presidente è favorevole a offrire il trading crypto, ma il quadro normativo è un ostacolo
Durante una tavola rotonda al Consensus 2024 di Austin, in Texas, la Presidente del New York Stock Exchange (NYSE), Lynn Martin, e il CEO di Bullish, Tom Farley, hanno parlato del trading crypto.
Nello specifico, Martin avrebbe affermato di essere aperta a considerare di offrire il trading crypto sul gigante del mercato azionario, ma il quadro normativo non chiaro rappresenta un ostacolo.
“@NYSE La Presidente ha dichiarato a #Consensus2024 che prenderebbe in considerazione la possibilità di offrire il trading di criptovalute sul gigante del mercato azionario, ma l’incertezza normativa rappresenta un ostacolo.”
Ecco cos’ha detto la Presidente del NYSE:
“Se ci fosse una chiara guida normativa [negli Stati Uniti], sarebbe un’opportunità da considerare”
Non solo, sempre la Martin avrebbe poi aggiunto che l’accumulo di 58 miliardi di dollari da parte degli ETF su Bitcoin spot quotati negli USA, sarebbero un forte segnale della domanda di prodotti crittografici regolamentati.
“Il fatto che circa 58 miliardi di dollari siano arrivati agli ETF è stato un forte segnale del fatto che il mercato è alla ricerca di una regolamentazione nelle strutture tradizionali. Quindi, si spera che la [U.S. Securities and Exchange Commission] abbia visto gli afflussi e abbia detto: ‘Ehi, questo ha molto senso’, considerando che gli ETF sui bitcoin hanno avuto un enorme successo”.
NYSE favorevole al trading crypto, ma il quadro normativo non chiaro è un ostacolo
A seguire, è intervenuto anche il CEO di Bullish, Tom Farley, che è anche il predecessore della Martin al NYSE.
Farley prevede che l’ambiente normativo statunitense migliorerà nei prossimi due anni, indipendentemente dall’esito delle elezioni, e la direzione sarà regolamentare le crypto.
L’attuale CEO di Bullish ha sottolineato i cambiamenti di opinione nei confronti delle criptovalute nella politica statunitense. Tra le altre, Farley ha citato l’estromissione del presidente anti-crypto della Federal Deposit Insurance Corp. (FDIC), l’approvazione del disegno di legge Financial Innovation and Technology for the 21st Century Act (FIT21) alla Camera.
Non solo, Farley sottolinea il raddoppio del sostegno alle criptovalute da parte del candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump in una rapida catena di eventi.
A tal proposito, ecco le sue parole:
“Cinque anni di evoluzione sono avvenuti in cinque minuti. Sono davvero ottimista su cosa significhi in questo Paese. Penso che, proprio come in Europa, proprio come a Hong Kong, i regolatori codificheranno: ‘Ehi, qual è l’aspetto ragionevole del vostro settore dei beni digitali. [..]Vedrete una progressione nel 2024 e nel 2025, indipendentemente dal fatto che sia Trump o Biden o Michelle Obama [ad essere presidente]”.
Il sondaggio del team della Borsa ai suoi stakeholder
Lo scorso aprile, il team di analisi dei dati del NYSE avrebbe emesso un sondaggio ai suoi stakeholder, sondando le loro opinioni in merito ad un’eventuale estensione di ore di trading sulla Borsa.
Nello specifico, il sondaggio chiede le opinioni su un cambio di orario di operatività della Borsa, che dal classico 9:30-16:00, diventerebbe 24h/24h.
Non solo, le domande agli stakeholder riguardano anche i numeri di giorni di operatività che dal classico lunedì-venerdì, diventerebbero 7 giorni su 7.
E così, mentre il classico orario e giorni hanno caratterizzato le Borse e il mercato azionario per decenni, ora il gigante NYSE chiede proprio di diventare totalmente continuo, proprio come il mercato crypto.
Tale sondaggio potrebbe arrivare proprio sul modello del mercato crypto che risulta esser di successo, offrendo ai trader la flessibilità di operare attraverso diversi fusi orari e senza vincoli di chiusura o tempi morti di mercato.