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Bitcoin a 150.000 dollari se Donald Trump vince le elezioni, secondo le previsioni di Standard Chartered

Stando alle ultime previsioni condivise dalla banca londinese Standard Chartered in un’email inviata ieri a The Block, Bitcoin raggiungerà il target di prezzo di 150.000 dollari entro fine anno se Donald Trump vincerà le elezioni presidenziali degli Stati Uniti a novembre.

La vittoria del repubblicano potrebbe infatti rendere il governo americano, da sempre contrario al mondo degli asset digitali, favorevole all’espansione dell’industria crittografica e alla sua regolamentazione normativa.

Bitcoin in questo scenario, vede un’importante occasione di apprezzamento, con previsioni che fanno impazzire gli hodlers della criptovaluta.

Vediamo tutti i dettagli di seguito.

Previsioni Standard Chartered: il prezzo di Bitcoin raggiungerà i 150.000 dollari se Donald Trump vincerà le elezioni USA

Ieri il responsabile della ricerca sulle risorse digitali di Standard Chartered, Geoff Kendrick, ha condiviso con il giornale online The Block, le sue previsioni in merito al prezzo di Bitcoin a fine anno.

L’analista ha osservato come, in un contesto in cui gli indicatori macroeconomici e gli sviluppi sul fronte politico hanno un impatto determinante sul mercato delle criptovalute, la vittoria delle elezioni presidenziali USA da parte di Donald Trump potrebbe spingere Bitcoin fino a 150.000 dollari.

L’apertura di Trump nei confronti del settore degli asset digitali, confermata dai suoi ultimi discorsi pro-crypto in campagna elettorale, fa pensare che nel caso di una vittoria delle elezioni, le speculazioni dei mercati potrebbero favorire la crescita del valore di Bitcoin, con previsioni super ottimistiche.

Questo quanto riportato testualmente da Kendrick:

“Mentre ci avviciniamo alle elezioni statunitensi, mi aspetto che vengano raggiunti $ 100.000 e poi $ 150.000 entro la fine dell’anno in caso di vittoria di Trump. Il prossimo grande pilota per BTC diventerà quindi le elezioni statunitensi.”

Lo stesso Kendrick crede che Bitcoin potrebbe iniziare il rally sin da subito e raggiungere un nuovo massimi storico nel week-end sopra ai 73.770 dollari,  se la pubblicazione dei dati dei “Non Farm Payrolls”  del mese di maggio (attesa per oggi) avrà un esito positivo con più di 185k  nuove buste paga negli Stati Uniti.

In particolare, un rapporto del Non Farm Payroll che evidenzia un mercato del lavoro forte, sinonimo di economia robusta, potrebbe portare entusiasmo e favorire gli asset risk-on come Bitcoin, con target a 80.000 dollari entro la fine del mese.

Ad ogni modo ciò che veramente risulta un evento catalizzatore per il prezzo della moneta, è rappresentato dalle elezioni presidenziali americane di novembre: con oltre 50 milioni di Bitcoin e detentori di criptovalute negli Stati Uniti, il risultato delle elezioni presidenziali è pronto a svolgere un ruolo cruciale nel plasmare il futuro del Bitcoin.

Complessivamente l’analisi degli asset digitali presso Standard Chartered è ottimista sul futuro a breve termine, sia dell’economia statunitense sia dell’economia crittografica, e ribadisce le sue previsioni ambiziosamente rialziste: Bitcoin a 150.000 dollari entro fine anno in caso di vittoria di Trump, e poi 200.000 dollari entro la fine del 2025.

Da sottolineare come un prezzo di Bitcoin al di sopra dei  150.000 dollari, porterebbe la sua capitalizzazione  a 3.000 miliardi di dollari, di poco superiore all’attuale capitalizzazione del colosso tech Nvidia.

L’impatto della possibile vittoria di Trump alle presidenziali USA per il settore crypto

Come accennato, nel caso di vittoria delle elezioni presidenziali da parte del repubblicano Donald Trump, avremmo previsioni determinante sia sul prezzo di Bitcoin sia per quello che riguarda la questione normativa degli asset digitali all’interno del Paese.

Infatti,  nonostante l’attuale amministrazione Biden abbia mostrato inaspettatamente pragmatismo nell’approvazione degli ETF Ethereum, si è da sempre scagliata contro il progresso dell’industria crittografica.

Di recente il presidente Biden ha posto il veto sullo Staff Accounting Bulletin (SAB) n. 121 della Securities and Exchange Commission (SEC), scavalcando di fatto la maggioranza di entrambe le camere ed impedendo ai grossi istituti finanziari di iniziare a detenere Bitcoin come passività all’interno dei loro libri contabili.

Da sottolineare tra l’altro come l’ormai 81enne presidente (forse sofferente di Alzheimer) aveva promesso la settimana precedente non si sarebbe opposto con il veto se la proposta fosse stata accettata dal Congresso. Pochi giorni dopo sembra aver cambiato idea.

Donald Trump al contrario si è sempre mostrato pro-attivo nei confronti di Bitcoin e di tutto il settore crittografico, motivato a sostenere la sua crescita e la legalizzazione normativa.

Durante i suoi ultimi incontri in campagna elettorale ha addirittura promesso che, se verrà eletto, libererà il fondatore di Silk Road Ross Ulbricht e gli darà la grazie. 

Ross è apprezzato dalla crypto community poiché condivide con loro gli ideali di decentralizzazione e privacy, oltre ad aver sostenuto, seppure in maniera illegittima, la crescita dell’interesse di Bitcoin nei suoi primi anni di vita. 

Il repubblicano ha anche espresso la propria volontà di costruire una crypto-army per andare in contro alle oppressione dell’amministrazione Biden.

In merito alla questione delle elezioni, Standard Chartered ha sottolineato come la vittoria di Trump potrebbe favorire da un lato l’insorgenza di nuove regolamentazioni e dall’altro aiutare gli Stati Uniti con la situazione di debito pubblico elevatissimo. Ecco quanto riportato in un recente rapporto:

“Riteniamo che una seconda amministrazione di Trump sarebbe ampiamente positiva attraverso un ambiente normativo più favorevole In uno scenario di dominio fiscale degli Stati Uniti, pensiamo bitcoin (BTC) fornirebbe una buona copertura contro la de-dollarizzazione e il calo della fiducia negli Stati Uniti.”

Ricordiamo infine come Donald Trump detiene un portafoglio in crypto dal controvalore di 30 milioni di dollari, di fatto “regalato” da vari fondatori di memecoin che per scopi di  marketing hanno airdroppato una buona parte della supply dei loro token al candidato presidente.

Nonostante il  loro forte apprezzamento, Trump non ha mai venduto tali monete dimostrando supporto ai vari progetti.

Inoltre secondo quanto riportato da Arkham Intelligence, possiede anche 471 ETH e 375 WETH per un controvalore complessivo di circa 3,2 milioni di dollari.

La maggioranza del suo wallet è costituita da memecoin.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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