Standard Chartered Bank ha annunciato di aver iniziato ad offrire servizi di custodia su Bitcoin e criptovalute negli Emirati Arabi Uniti (UAE), ovvero anche a Dubai.
Dubai infatti è la maggiore città degli UAE, sebbene non ne sia la capitale politica.
Summary
Standard Chartered
Standard Chartered Bank è un importante istituto finanziario britannico che opera in tutto il mondo.
È stato fondato a Londra nel lontanissimo 1613, ed è quotato in borsa con il ticker STAN.
Ha più di 800 miliardi di dollari di asset in gestione, più di 80.000 dipendenti, ed un fatturato superiore ai 18 miliardi.
Si tratta pertanto di un importantissimo istituto finanziario a livello globale appartenente alla finanza più tradizionale.
Già dall’anno scorso ha iniziato ad interessarsi anche al mercato crypto, probabilmente per seguire l’interesse dei propri clienti.
Nel 2023 fece una previsione decisamente ottimistica per il 2024, affermando che quest’anno il prezzo di Bitcoin avrebbe potuto raggiungere i 120.000$.
A giugno di quest’anno la banca dichiarò di voler lanciare un trading desk crypto a Londra, e ad agosto annunciò che una sua banca virtuale sussidiaria di Hong Kong, Mox, aveva aggiunto il trading di ETF su Bitcoin e crypto alla sua piattaforma di investimento.
La custodia di Bitcoin a Dubai offerta da Standard Chartered
Ieri Standard Chartered ha pubblicato un comunicato stampa ufficiale sul proprio sito web in cui annuncia il lancio di servizi di custodia per asset digitali negli Emirati Arabi Uniti.
Da notare che l’istituto ha la propria sede centrale a Londra, ma ha anche sedi a Singapore ed a Dubai.
Nel comunicato afferma che il suo servizio di custodia di asset digitali negli Emirati Arabi Uniti ha ottenuto una licenza dalla Dubai Financial Services Authority (DFSA) all’interno del Dubai International Financial Centre (DIFC).
Il servizio consentirà ai clienti di custodire i propri asset digitali, ed è già stato lanciato negli UAE. Inizialmente saranno supportati solamente Bitcoin ed Ethereum, ed il primo cliente è Brevan Howard Digital, la divisione dedicata a criptovalute e asset digitali di Brevan Howard.
Nei prossimi mesi vorrebbero aggiungere anche altri asset digitali, ed estendere i suoi servizi di custodia crypto ad altri importanti centri finanziari.
I servizi di custodia
I privati cittadini che posseggono criptovalute spesso preferiscono l’auto-custodia.
Quando si tratta di proprietà personali l’auto-custodia ha più senso, mentre quando ad esempio si tratta di proprietà aziendali la scelta del custode è più rischiosa.
Per questo motivo le aziende preferiscono spesso custodi affidabili per le proprie criptovalute, al posto che l’auto-custodia, a meno che non siano imprese individuali o piccole imprese familiari.
In questo caso ad esempio Brevan Howard è una società europea di gestione di hedge fund, quindi è più che logico che opti per un servizio di custodia di alto livello affidato a professionisti, e non per un’auto-custodia che potrebbe implicare notevoli rischi di sicurezza ed affidabilità.
Tendenzialmente saranno sempre di più i soggetti proprietari di criptovalute che affideranno la loro custodia a terzi esperti di questa tipologia di servizio, soprattutto se questi soggetti sono società con azionariato ampio o diffuso.
La custodia delle criptovalute non è affatto cosa semplice, dati i rischi che comporta dal lato della sicurezza, e quando si tratta ad esempio di custodire grosse somme risulta essere più conveniente affidarla a professionisti esperti del settore.
Dubai e le crypto: Standard Chartered sceglie la custodia Bitcoin
Dubai ormai è diventato uno dei principali hub crypto al mondo.
Di sicuro è il principale del Vicino e Medio Oriente, ed in Asia rivaleggia solo con SIngapore, anche se ormai moltissime aziende tech e crypto stanno preferendo la città araba.
Risulta talmente attrattivo che riesce addirittura a far spostare aziende europee. Celebre è il caso di Telegram, che per l’appunto ha la sua sede legale centrale proprio a Dubai.
La legislazione emiratina favorevole alle aziende crypto è dovuta ad una precisa scelta politica, che ha voluto proprio favorire lo sviluppo di questo settore sul territorio degli UAE.
Nel corso degli anni, ma comunque molto velocemente, si è sviluppato in particolare a Dubai un vero e proprio ecosistema attorno alle aziende tech e crypto, favorito proprio dalle buone condizioni create dallo Stato per attività di questo tipo.
Da notare che tale scelta politica è tutt’altro che comune nel resto del mondo, ed è proprio per questo che Dubai sta risultando così attrattiva da questo punto di vista.
Altrove, come ad esempio nell’Unione Europea, le regolamentazioni normative crypto sono sì chiare, ma anche un po’ stringenti, tanto da non favorire più di tanto lo sviluppo di un ecosistema simile. Infatti in Europa il principale hub crypto rimane la Svizzera, che non fa parte della UE.
Non è quindi affatto un caso che anche colossi globali come Standard Chartered si stiano interessando molto all’ecosistema crypto di Dubai, mentre altre piazze come ad esempio londra, Singapore o Hong Kong forse stanno già rimanendo un p’ troppo indietro, da questo punto di vista.