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Professionisti della sicurezza informatica: GenAI deve essere sicura e specializzata, il sondaggio di CrowdStrike

Un sondaggio globale di CrowdStrike esplora l’adozione della GenAI nella sicurezza informatica. Mentre le organizzazioni ne riconoscono il potenziale, la richiesta di strumenti sicuri e specializzati resta centrale per affrontare le minacce emergenti.

Vediamo in questo articolo tutti i dettagli. 

CrowdStrike rileva un crescente entusiasmo per la GenAI ma con riserve sulla sicurezza

L’intelligenza artificiale generativa (GenAI) è destinata a trasformare il panorama della sicurezza informatica, ma la sua adozione richiede prudenza, specializzazione e un’implementazione sicura. 

Questo è quanto emerge dal nuovo sondaggio condotto da CrowdStrike, che ha raccolto le opinioni di oltre 1.000 professionisti della sicurezza informatica in tutto il mondo.

Secondo lo studio, c’è un entusiasmo palpabile per le potenzialità della GenAI, in particolare nella capacità di migliorare le difese contro attacchi sofisticati. 

Tuttavia, persistono preoccupazioni significative relative alla sicurezza e all’affidabilità degli strumenti basati su questa tecnologia.

Uno dei risultati più rilevanti riguarda la preferenza netta per soluzioni integrate. L’80% dei professionisti intervistati ritiene che l’efficacia della GenAI dipenda dalla sua capacità di integrarsi perfettamente all’interno delle piattaforme di sicurezza esistenti. 

Strumenti autonomi e non connessi, al contrario, rischiano di creare frammentazione e inefficienze operative.

Questa visione è rafforzata dal dato che quasi due terzi (63%) dei partecipanti si dicono disposti a cambiare fornitore di sicurezza pur di accedere a strumenti GenAI migliori. 

L’obiettivo? Una gestione semplificata, interoperabilità tra soluzioni e riduzione della complessità. 

Per i professionisti della sicurezza, l’AI generativa deve essere parte integrante dell’ecosistema tecnologico esistente, migliorando i processi senza introdurre nuovi rischi.

Strumenti GenAI: specializzati e affidabili

Un altro punto cruciale evidenziato dallo studio riguarda la natura stessa degli strumenti GenAI. L’83% degli intervistati sostiene che questi strumenti debbano essere progettati specificamente per la sicurezza informatica. 

Strumenti generici, infatti, rischiano di fornire indicazioni imprecise o inadeguate, mettendo a rischio le difese aziendali. I team di sicurezza pongono l’accento sull’esperienza dei fornitori. 

Più di tre quarti (74%) ritengono prioritario affidarsi a soluzioni sviluppate da aziende con una solida competenza nella risposta agli incidenti e nell’intelligence sulle minacce. 

In altre parole, i professionisti preferiscono fornitori specializzati nel campo della sicurezza piuttosto che leader generalisti dell’IA.

Secondo CrowdStrike, questa attenzione all’affidabilità è una risposta diretta alle crescenti minacce e al numero sempre maggiore di violazioni dei sistemi informatici. 

Negli ultimi 18 mesi, molti intervistati hanno sperimentato vulnerabilità o attacchi significativi, spingendoli a cercare soluzioni che possano prevenire violazioni future.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’adozione della GenAI nella sicurezza informatica non genera timori significativi di perdita di posti di lavoro. 

Al contrario, l’indagine mostra che i professionisti considerano questa tecnologia un mezzo per aumentare l’efficienza dei team, automatizzando compiti ripetitivi e migliorando il processo decisionale.

Le applicazioni più desiderate includono l’analisi delle minacce, il supporto nelle indagini e i meccanismi di risposta automatizzati. 

La GenAI, dunque, non sostituirà il lavoro umano ma lo ottimizzerà, riducendo il burnout e permettendo agli analisti di concentrarsi su attività ad alto valore aggiunto.

ROI e sicurezza: le priorità delle organizzazioni

Il ritorno sull’investimento (ROI) è un tema centrale per le aziende che valutano l’implementazione della GenAI.

I professionisti intervistati si aspettano risultati misurabili, con benefici concreti in termini di riduzione dei costi, tempi di risposta più rapidi e miglioramento della sicurezza complessiva.

In termini numerici, il 31% del ROI previsto deriva dall’ottimizzazione dei costi, il 30% dalla riduzione degli incidenti e il 26% dall’efficienza operativa. 

Questo dimostra come i team di sicurezza siano focalizzati sulla giustificazione finanziaria degli investimenti in GenAI, senza perdere di vista l’importanza di soluzioni affidabili e sicure.

Parallelamente, emergono preoccupazioni legate alla privacy e alla sicurezza dei dati. L’87% delle organizzazioni intervistate ha già implementato o sta pianificando nuove politiche per mitigare i rischi associati all’uso della GenAI. 

Tra le minacce principali, vengono segnalate l’esposizione di dati sensibili e gli attacchi ai sistemi basati su modelli linguistici avanzati (LLM).

Nonostante i rischi, il sondaggio di CrowdStrike indica che l’interesse per la GenAI è in forte crescita. Oltre il 64% delle organizzazioni sta già esplorando soluzioni basate su questa tecnologia, e il 69% prevede di investire entro l’anno.

Il quadro che emerge è quello di un settore consapevole del potenziale trasformativo della GenAI, ma altrettanto attento a garantirne un’implementazione sicura e responsabile. 

Come sottolinea il rapporto:

“La GenAI non è una soluzione miracolosa, ma può diventare uno strumento indispensabile per rafforzare la sicurezza informatica.”

Il successo della GenAI nella cybersecurity dipenderà dalla sua integrazione con le piattaforme esistenti, dalla specializzazione degli strumenti e dalla capacità di bilanciare innovazione e sicurezza. 

In un contesto di minacce sempre più sofisticate, questa tecnologia potrebbe diventare un alleato fondamentale per proteggere le organizzazioni e migliorare l’efficienza dei team di sicurezza.

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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