Ieri, la senatrice Cynthia Lummis ha scritto sul suo profilo X ufficiale che il 2025 sarà l’anno di Bitcoin e degli asset digitali.
Lo ha fatto commentando alcune foto che la vedono ritratta insieme a David Sacks, il Crypto Czar nominato da Trump.
Summary
Lummis e le crypto
Cynthia Lummis è una forte sostenitrice di Bitcoin e del settore crypto, già da diversi anni.
Ad esempio già quattro anni fa scrisse sul suo profilo personale che era entusiasta di Bitcoin.
All’epoca un BTC aveva un prezzo di circa 15.000$, ed era da poco partita l’ultima grande bull run che si concluse un anno più tardi.
Lummis però non appoggia solamente Bitcoin, ma l’intero settore crypto.
Infatti è suo il primo disegno di legge, proposto proprio nel 2021, che si impegnava a regolamentare il settore crypto negli USA.
La lotta con i democratici
Quel disegno di legge però non è ancora mai stato approvato, ad oltre tre anni di distanza.
Lummis è una senatrice repubblicana, e sebbene abbia redatto il disegno di legge insieme anche ad alcuni senatori democratici, la maggioranza democratica si è sempre opposta alla sua approvazione.
Le elezioni presidenziali del 2020 le vinse il democratico Joe Biden, dando il via ad un quadriennio di presidenza democratica che alla fine è risultato essere più ostile che favorevole nei confronti delle criptovalute.
A dire il vero nel 2021 le cose sembrava che andassero relativamente bene anche da questo punto di vista, ma con il fallimento di FTX a fine 2022 la situazione cambiò.
Si era scoperto che il fondatore di FTX, Sam Bankman-Fried, poi condannato per frode, aveva finanziato molti politici democratici con milioni di dollari provenienti dai fondi degli utenti del suo exchange.
A quel punto molti democratici hanno iniziato a prendere le distanze dal settore crypto, ed in seguito è iniziata la crociata della SEC di Gary Gensler contro questo settore. Gensler, che ha annunciato le sue dimissioni dopo la vittoria di Trump a novembre, era stato nominato a capo della SEC proprio da Biden, e va considerato a tutti gli effetti un presidente di area democratica.
Con la vittoria di Trump la lotta del settore crypto contro l’amministrazione democratica di Biden è terminata.
I prossimi passi di Lummis nel mondo crypto
La senatrice Cynthia Lummis potrebbe avere un ruolo durante la nuova amministrazione Trump che entrerà in carica il 20 gennaio, in particolare proprio per quanto riguarda l’ambito crypto.
Per ora non ha ancora ricevuto alcun incarico specifico, ma il tweet con le sue foto insieme a Sacks suggerisce che lavorerà dietro le quinte.
D’altronde è l’autrice dell’unico disegno di legge ancora presente al Congresso per regolamentare il settore crypto, ed è probabile che il lavoro del nuovo Congresso in tema crypto ripartirà proprio da lì.
Infatti la stessa Lummis ha dichiarato che lavorerà a stretto contatto con Sacks per arrivare all’approvazione di una legislazione completa sugli asset digitali e sulla riserva strategica in Bitcoin.
Ha anche aggiunto che la prossima sarà l’amministrazione USA più favorevole di sempre per gli asset digitali.
La riserva strategica in Bitcoin
In campagna elettorale Donald Trump ha promesso di istituire una riserva strategica in Bitcoin negli USA.
D’altronde il governo statunitense, tramite il Dipartimento di Giustizia, detiene già quasi 200.000 BTC, per un controvalore di circa 20 miliardi di dollari. Sono BTC che non sono stati acquistati, ma provengono da sequestri giudiziari di fondi derivanti da crimini.
L’idea di Trump, assolutamente fattibile, sarebbe quella di non mettere in vendita quei Bitcoin, così come invece avviene solitamente, ma di tenerli a tempo indeterminato nelle casse dello Stato sotto forma di riserva strategica.
Lummis però ha proposto di andare oltre.
Infatti vorrebbe proporre al Congresso un piano di accumulo di altri 200.000 BTC all’anno per i quattro anni di durata della carica di Donald Trump, con l’obiettivo di arrivare a far detenere al governo USA un milione di Bitcoin.
Va ricordato che di BTC in circolazione ce ne sono meno di 20 milioni, e che non potranno mai essere più di 21 milioni. Anzi, a dire il vero escludendo quelli che in realtà sono in circolazione solo in teoria, perchè in realtà non sono più utilizzabili perché sono andate perdute le chiavi private dei wallet su cui sono custoditi, è possibile immaginare che il limite massimo concreto non sia superiore a 18 milioni, e probabilmente è ancora più basso.
Pertanto Lummis di fatto propone che più di un ventesimo (5%) di tutti i BTC esistenti vengano detenuti dagli USA.
L’idea però è quella di non utilizzare fondi dei contribuenti per acquistare 200.000 BTC all’anno per tre anni, quindi non è di così facile attuazione. Invece l’istituzione di una riserva strategica in Bitcoin con i BTC già detenuti dal Dipartimento di Giustizia appare molto più fattibile.