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Bitcoin: record di opzioni call su Deribit dopo l’annuncio di Trump

Dopo le dichiarazioni di Trump sulla riserva strategica in criptovalute, ed il rimbalzo del prezzo di Bitcoin, su Deribit prende quota l’ipotesi di un ritorno a 100.000$.

Stando ai dati di Amberdata, il numero di posizioni attive sulle opzioni call con strike a 100.000$ è aumentato di 1.163 contratti (più di 100 milioni di dollari) su Deribit. Si tratta della cifra più elevata tra tutte le opzioni quotate sull’exchange. 

Deribit: record di opzioni call su Bitcoin con strike a $100k dopo l’annuncio di Trump sulla riserva strategica crypto

Deribit è in assoluto uno dei principali mercati al mondo per le opzioni sul prezzo di Bitcoin. 

Si tratta di una piattaforma di livello professionale per lo scambio di prodotti crypto derivati, ed in particolare di opzioni. 

In questo momento, l’Open Interest sulle opzioni Bitcoin in scadenza a fine mese su Deribit raggiunge quasi gli 11 miliardi di dollari. Prendendo in considerazione, invece, tutte le scadenze e tutte crypto sale a più di 24 miliardi di dollari, su un totale di poco inferiore ai 32 miliardi di tutti gli exchange crypto. 

Da notare che in questo momento il 66% dell’Open Interest è su opzioni call (ovvero di acquisto), mentre su quelle put è solo al 34%. 

Le opzioni sono derivati che consentono a chi le acquista di poter vendere (put) o comprare (call) un asset in un dato momento ad un certo prezzo predefinito. 

Le opzioni su Bitcoin

Dopo le dichiarazioni di ieri di Trump, l’opzione call con strike da 100.000$ su Deribit ha registrato il più grande balzo in termini di open interest nelle ultime 24 ore.

Questo significa che molti speculatori hanno acquistato opzioni call su Bitcoin relative a quel prezzo. 

Inoltre, il rimbalzo di ieri ha anche invertito la tendenza, con le opzioni call che hanno finito per superare le put in Open Interest. 

Da notare che ieri il rimbalzo di BTC si era fermato a 95.000$, quindi il balzo delle call con strike a 100.000$ segnala chiaramente il diffondersi di ottimismo. 

Non va però dimenticato che il rimbalzo di ieri è stato provocato in parte anche dalle liquidazioni forzate delle posizioni short in leva, e questo ha generato inefficienze che potrebbero dover essere colmate nei prossimi giorni. 

La “Trump put” 

I mercati, però, sembra si stiano iniziando a convincere dell’esistenza di una sorta di cosiddetta “Trump put“. 

In altre parole, si ritiene possibile che d’ora in poi, il Presidente e la sua amministrazione potrebbero intervenire a favore dei mercati crypto in momenti di particolare difficoltà.

A dire il vero la settimana scorsa il prezzo di Bitcoin aveva sì sofferto un po’, ma senza tornare nemmeno ai livelli pre-elezioni. Il vero problema però erano le altcoin, ed a quanto pare a Trump stanno a cuore anche queste. 

E così molti trader stanno scommettendo su un possibile ritorno del prezzo di Bitcoin a 100.000$, anche se nel frattempo potrebbero venir colmate le inefficienze di cui sopra con ritorno ampiamente sotto i 90.000$. 

Ciò non toglie però che i 100.000$ tornano a diventare il livello a cui tutti guarderanno nei prossimi giorni o nelle prossime settimane. 

Non va dimenticato che venerdì 7 marzo alla Casa Bianca si terrà il primo Crypto Summit dello stesso presidente Trump con i membri del Working Group presidenziale sulle criptovalute, ed in particolare con il crypto czar dell’amministrazione Trump, David Sacks

Questo potrebbe voler dire che se da un lato potrebbero esserci pressioni leggermente ribassiste, dall’altro ve ne potrebbero però essere anche di rialziste, anche sul breve periodo. 

Il problema della riserva strategica

Non bisogna però aspettarsi che il 7 marzo venga già annunciata l’istituzione della riserva strategica degli USA in criptovalute. 

Il problema è che, avendo voluto aggiungere alcune altcoin, diventerà più difficile far passare questa decisione al Congresso. 

Come già accaduto nelle settimane scorse, un’eventuale delusione per una decisione che poi non viene annunciata potrebbe di nuovo creare malumori sui mercati crypto. 

Se da un lato è comunque possibile che alla fine tale riserva strategica venga in effetti istituita, le tempistiche potrebbero non essere particolarmente brevi. 

Se però dovessero iniziare con una riserva in soli BTC i tempi potrebbero accorciarsi molto. 

I mercati oggi non sembrano credere possibile l’istituzione di una tale riserva in tempi brevi, proprio a causa dell’aggiunta delle altcoin. Se invece il 7 marzo venisse annunciato ad esempio un percorso in due fasi, di cui la prima incentrata solo su BTC, allora la reazione dei mercati potrebbe essere molto più positiva. 

Allo stato attuale dei fatti, su Polymarket danno solo al 20% le probabilità che Trump riesca a far istituire una riserva strategica in Bitcoin nei suoi primi 100 giorni, ed è lecito immaginare che i tempi potrebbero allungarsi ancora di più se decidesse di andare subito anche sulle altcoin. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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