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Tutto su token e tokenizzazione

Sempre più spesso sentiamo parlare di token e tokenizzazione, ma che cosa vuol dire realmente? 

Prima di parlare di tokenizzazione, è bene capire che cos’è un token. 

Un token è la rappresentazione digitale di un gettone su blockchain. 

Esso viene gestito da uno smart contract che ne definisce una serie di diritti. 

Ogni token può rappresentare il possesso di asset reali o digitali, diritti di accesso a beni reali o digitali, diritti di voto, possibilità di svolgere azioni o ricoprire ruoli. 

Un token, per essere chiamato tale, deve presentare alcune caratteristiche fondamentali.

Innanzitutto deve essere non duplicabile, non censurabile e non modificabile; inoltre deve essere gestibile in completa autonomia ed emesso in modo da evitarne la doppia spendibilità. 

Classificazione dei token 

La prima grande distinzione che bisogna fare è quella tra token fungibili e token non-fungibili (NFT). 

I token fungibili vengono creati seguendo lo standard ERC20. Fungibile significa che tutti i token sono identici, ovvero non presentano differenze tra di loro. 

Essi possono essere catalogati in base alla loro funzione: 

  1. Utility token;
  2. Payment token;
  3. Commodity token.

Gli utility token rappresentano dei gettoni spendibili all’interno di un ecosistema digitale. 

Essi possono essere utilizzati per comprare un bene o un servizio, usufruire di una scontistica o eseguire una certa azione. 

Altro esempio di token fungibili sono i payment token, che svolgono esclusivamente la funzione di mezzo di pagamento. In questa categoria rientrano le stablecoin come Tether, USD Coin o Paxos Standard. 

Un’ulteriore tipologia di token fungibili sono i commodity token, garantiti da commodities come metalli preziosi, oro e argento. Esempi di commodity token legati all’oro sono PAX Gold, Tether Gold e Digix Gold Token. 

Quest’ultimo è stato il primo esempio di questo tipo di token. È garantito da oro fisico che si trova in un caveau a Singapore. Per contribuire al pagamento degli oneri di gestione dell’oro messo a garanzia, i possessori di DGX pagano delle fees periodiche. 

Un noto esempio di token fungibile è BAT (Basic Attention Token). 

BAT è il token che viene distribuito attraverso il browser open-source Brave. Tra gli obiettivi di Brave c’è quello di premiare gli utenti. Una piccola percentuale del guadagno proveniente dalle pubblicità, infatti, viene destinata agli utenti che potranno decidere se ritirarla o devolverla automaticamente ai creatori dei contenuti. 

BAT introduce un nuovo modo di fare pubblicità: piuttosto che pagare la piattaforma pubblicitaria (ad esempio Google o Facebook), viene remunerato direttamente l’utente finale che vede la pubblicità. Tutto questo avviene sulla Blockchain di Ethereum. 

Secondo Brendan Eich, creatore del linguaggio di programmazione JavaScript e dal 2015 CEO di Brave Software, questo sistema garantisce una migliore trasparenza nella distribuzione del denaro e delle informazioni, dividendo i profitti tra creatori di contenuti, la piattaforma Brave e i partner. 

Con la nascita dello standard ERC721, prendono forma i token non fungibili (NFT). 

La grande innovazione che porta questo standard è la possibilità di inserire dei metadati all’interno di ogni token, ovvero delle informazioni che lo rendono unico e diverso dagli altri. 

Uno degli esempi più famosi di token NFT è CryptoKitties, un gioco su blockchain Ethereum che permette agli utenti di acquistare, collezionare, allevare e vendere gatti virtuali. Ogni CryptoKitty è rappresentato da un token NFT, che rende ogni gatto unico. Colui che detiene il token NFT è l’unico che può decidere se vendere il gatto o farlo accoppiare. 

Che cos’è la tokenizzazione 

Tokenizzare significa frazionare un asset in molteplici quote digitali e distribuirle a diversi proprietari. 

Questo sistema consente di suddividere la proprietà o i diritti di accesso ad un bene, attraverso token che rappresentano ognuno una frazione identificata di un determinato asset o diritto. 

Collegando qualsiasi oggetto, a token non fungibili, questo diventa gestibile e negoziabile all’esterno delle normali piattaforme in cui viene utilizzato. 

Il processo di tokenizzazione è applicabile in diversi settori. 

Ad esempio, le STO (Security Token Offering) rappresentano una grandissima innovazione per quanto riguarda il settore finanziario. Un Security Token rappresenta una quota di un’azienda, pertanto, l’azienda in questione può decidere in che modo distribuire gli utili ai vari possessori del token, in maniera del tutto unilaterale. I detentori del token si troverebbero sostanzialmente nella posizione di essere azionisti di una certa azienda. 

Altri esempi di tokenizzazione sono l’arte digitale e il real estate. Tokenizzare opere d’arte ed immobili porterebbe grandi vantaggi in entrambi i settori: la certezza della provenienza dell’opera per l’arte digitale, maggior flessibilità e afflusso di capitali per il real estate. 

Anche nel mondo dello sport, molte squadre si stanno attivando per integrare la tecnologia blockchain nell’ambito sportivo. Le recenti partnership di squadre come Barcellona, Juventus e AS 

Roma con le piattaforme Socios e Chiliz, sono una dimostrazione di come questo settore sia in forte crescita. 

Socios è una piattaforma blockchain che ha l’obiettivo di introdurre un Fan Token, cioè un gettone digitale che può essere scambiato sulla piattaforma mobile dai tifosi in tutto il mondo e usato per interagire con il Club attraverso sondaggi e votazioni; un modo innovativo per permettere ai fans di far sentire la propria voce, creando un legame ancora più forte con la propria squadra. 

Nei prossimi anni, la tokenizzazione porterà sicuramente enormi cambiamenti positivi in molti settori. Questo sarà solo l’inizio di una grande rivoluzione che consentirà un’adozione massiva della blockchain e delle criptovalute. 

Davide Coltro

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