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Okex nella tempesta, si salva in extremis

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Okex nella tempesta, tra voci incontrollate e il rischio di pesanti perdite non gestibili. Alla fine (ammesso che si possa dire così), la società è stata costretta a una esecuzione forzata di contratti future.

Del resto, i future possono essere un’opportunità di guadagno, ma occorre stare attenti a non prendersi la scossa.

Okex gestisce un mercato di future interno sulle principali criptovalute e, naturalmente, tra questi il più attivo è quello di bitcoin.

Il problema è sorto nei scorsi giorni quando le quotazioni di BTC sono calate ben al di sotto degli 8000 dollari, proprio in prossimità della scadenza dei contratti future, fissata al 31 luglio.

Evidentemente qualcuno aveva esagerato, se così si può dire, nei contratti long, cioè al rialzo (dati Coinmarketcap):

Di solito le perdite dei contratti long coprono i guadagni dei contratti short e viceversa. In questo caso, però, qualcuno ha sottoscritto un enorme contratto long, per oltre 460 milioni di dollari, la cui esecuzione quasi certamente non sarebbe comunque andata a buon fine.

In casi del genere vi è – o comunque dovrebbe esserci – un salvagente. Subentra, infatti, un’assicurazione societaria per coprire questo genere di perdite ma, nel caso specifico di cui si sta parlando, il valore di copertura risultava ridicolo rispetto al valore del contratto non eseguito: 10 milioni di dollari.

Trattandosi di future aperti nel mercato interno di Okex, la ricaduta social di un’operazione del genere avrebbe potuto essere devastante per l’exchange.

Tutto ciò ha provocato una ridda di ipotesi estremamente negative negli ultimi giorni, al punto la società è stata oggi obbligata all’esecuzione forzata dei contratti future (Clawback) alle ore 17 di Hong Kong (le 11 in Europa), ma con alcune correzioni a favore dei detentori con contratti short:

  • Prima di tutto ha iniettato 2500 BTC nel fondo assicurativo per compensare i detentori dei contratti short;
  • Quindi ha posto una particolare attenzione ai contratti sottoposti a liquidazione, spostando l’esecuzione di contratti definiti maliziosi da automatica a manuale;
  • Infine ha annunciato nuove pratiche di risk management per le proprie attività di carattere finanziario.

Quanto è stato grande il rischio per i partecipanti al mercato? Le garanzie poste a copertura dell’esecuzione forzata dei contratti sul mercato sono pari al 10% per quanto riguarda quelli eseguiti a leva 10 mentre è il 20% per i contratti eseguiti a leva 20: tutto ciò indipendentemente dalla dimensione del contratto e dal numero di posizione aperte.

Si poteva far saltare un mercato versando solo un decimo del controvalore del contratto, cifra che sappiamo essere completamente inadeguata in un mercato volatile come quello delle criptovalute.

Dopo questa disastrosa esecuzione forzata Okex è stata costretta a rivedere le proprie pratiche di risk management introducendo anche garanzie crescenti al crescere delle esposizioni e dei contratti aperti:

A questo è aggiunta un’ulteriore restrizione nel numero di contratti sottoscrivibili, variabile a seconda che il contratto fosse 10X o 20X.

Insomma, l’exchange se l’è cavata bene, anche se ha rivelato la propria enorme e intrinseca debolezza sul fronte del risk management.

Appare evidente come le politiche di gestione del rischio non fossero sufficienti. L’introduzione di un limite dimensionale appare più che necessario e, forse, non sarà neppure sufficiente.

Dato che a questo punto Okex si trova a gestire operazioni di pura speculazione finanziaria, senza nessun legame con l’economia reale.

Non esiste alcuna vera garanzia di esecuzione dei contratti, allo stesso modo con cui, nel gioco, non vi è nessuna garanzia di esecuzione di un’obbligazione naturale.

Inoltre, viste le cifre in ballo, non è impossibile che i detentori dei contratti short abbiano giocato al ribasso in altri exchange, per aumentare il proprio guadagno potenziale e fare ulteriore pressione su Okex.

Fabio Lugano
Fabio Lugano
Laureato con lode all'Università Commerciale Bocconi, Fabio è consulente aziendale e degli azionisti danneggiati delle Banche Venete. E' anche autore di Scenari Economici, e conferenziere ed analista di criptovalute dal 2016.
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