Le istituzioni europee e internazionali stanno prendendo consapevolezza dell’esistenza delle nuove tecnologie legate alla blockchain e anche dell’interesse che possono generare i loro sviluppi.
Poche ore fa, l Segretario di Stato britannico per il digitale, Matt Hancock, ha dichiarato letteralmente che “blockchain [è] una tecnologia che potrebbe avere un monumentale impatto sulle nostre vite“.
La dichiarazione è avvenuta durante un discorso effettuato alla Law Society, uno dei più antichi organismi professionali inglesi, ed il testo del discorso è stato pubblicato addirittura sul sito ufficiale del governo.
Lo stesso Hancock ha detto anche di nutrire un particolare interesse per questa tecnologia già da “molti anni”, tanto che già nel 2016 aveva scritto un rapporto governativo in cui diceva che “questa tecnologia avrebbe portato livelli eccezionali di innovazione in tutto il mondo”.
Nei giorni scorsi è stato il turno di Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario Internazionale (IMF).
Con un post personale sul blog ufficiale dell’IMF ha espresso alcuni giudizi in merito alle criptovalute. Tra le altre cose ha affermato che:
- Le criptovalute consentono transazioni finanziarie rapide e poco costose. Alcuni servizi di pagamento effettuano già ora trasferimenti all’estero in poche ore, non giorni.
- Potrebbe esserci la richiesta da parte delle banche centrali di fornire forme digitali di denaro.
- La tecnologia alla base [ovvero la blockchain] potrebbe aiutare i mercati finanziari a funzionare in modo più efficiente.
- “Contratti intelligenti” auto-eseguibili e auto-attuanti potrebbero eliminare la necessità di alcuni intermediari.
Inoltre, ha aggiunto che queste tecnologie decentralizzate probabilmente non elimineranno del tutto gli intermediari fidati, ma potrebbero portare ad una diversificazione del panorama finanziario.
Contro l’anonimato
Nel frattempo, il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva contro l’anonimato con la quale impone che tutti i proprietari delle società dell’Unione Europea che operano nel settore delle criptovalute siano identificati chiaramente onde evitare l’utilizzo di prestanomi.
Inoltre, impone che gli exchange e i fornitori di servizi di custodia di criptovalute applichino i controlli della due diligence della clientela, inclusi i requisiti di verifica dei clienti.
Questi soggetti dovranno anche essere registrati, così come accade per gli scambi di valuta tradizionali.
In questo contesto, l’attuale wild west in cui operano gli attori coinvolti nel mercato delle criptovalute potrebbe presto terminare, per lasciare invece spazio a un mercato più controllato.
Sebbene molti credano che ciò possa danneggiare questo mercato, è invece possibile che ci possano essere dei vantaggi.
Prima fra i quali quello di spianare la strada ai grandi investitori istituzionali, per ora restii ad entrare in questo settore proprio a causa della mancanza di regole certe.