Telegram lascia, anzi abbandona.
Il sistema di messaggeria con server decentralizzati che aveva annunciato a fine 2017 il lancio di Gram-TON, una ICO allo scopo di sostenere l’introduzione di nuovi servizi nel sistema e quindi garantire lo sviluppo di lungo termine, lasciando gran parte dei servizi completamente gratuiti e senza raccolta dati per gli utenti, ha deciso di rinunciare al la lancio della Initial Coin Offering.
L’iniziativa però avrebbe già raccolto 1,7 miliardi di dollari in due fasi di pre-ICO.
E ora? A chi ha già messo quattrini che succede?
Secondo il Wall Street Journal che cita fonti interne, i fratelli Durov avrebbero cambiato idea e interrotto i piani per una ICO rivolta al largo pubblico.
Alla base della decisione vi sarebbero diversi fattori, fra cui il timore di avere dei problemi di carattere legale con le autorità finanziarie, oltre alla necessità di concentrarsi nella risoluzione dei problemi attuali del network.
Infine il fatto che, presumibilmente i soldi già raccolti appaiono più che sufficienti.
Il denaro sarà comunque impiegato nello sviluppo di TON, Telegram Open Network, cioè del sistema mondiale di pagamento che i fratelli Durov avevano progettato di implementare e di cui il token GRAM sarebbe stata la moneta.
Questa parte del progetto prosegue ma, semplicemente, l’offerta iniziale si limiterà agli investitori che già hanno partecipato senza rivolgersi alla totalità del pubblico.
Gli investitori che hanno partecipati sono stati 86 nella prima pre-ICO da 850 milioni e 94 nella seconda, sempre da 850 milioni, ma i loro nomi sono stati mantenuti segreti.
Comunque, già le sole pre-ICO fanno del progetto TON quello di maggiori dimensioni mai presentato nel settore delle criptovalute.
Un metodo di pagamento mondiale
Il progetto TON ha come finalità la diffusione di un sistema di pagamento decentralizzato in grado di essere concorrenziale con i sistemi di carte di credito e di giungere anche nei luoghi più reconditi.
Con i 200 milioni di utenti attivi di Telegram, si tratta di una prospettiva realistica. Purtroppo di recente il network ha avuto alcuni problemi di carattere legale ed operativo: è stato proibito in Russia, Paese natale dei fratelli Durov, perché non ha accettato di fornire le chiavi di decodifica dei messaggi criptati, e ha subito un blackout del servizio in area europea.
Nonostante questo, Telegram resta uno dei servizi di messaggistica in maggiore espansione anche perché non salva o raccoglie i dati dei propri utenti, preservandone la riservatezza.
Pavel Durov, prima di fondare Telegram, gestiva il social russo VK, simile a Facebook, e di grande successo in Oriente.
La vendita del social gli ha permesso di finanziare, tramite una fondazione, la creazione del servizio di messaggistica senza utilizzare finanziatori esterni e coinvolgendo il fratello, che si occupa degli aspetti tecnici.