La blockchain sta cercando di innovare anche ciò che concerne i diritti umani per ottenere una maggiore uguaglianza di genere.
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Valutando il numero di investitori in crypto non ci sarebbe nulla da essere ottimisti visto che, secondo una ricerca condotta da eToro, solo l’8,5 degli investitori è donna. Ma ovviamente questo è effetto di uno status quo economico che non ha di per sé nulla a che fare con le nuove tecnologie.
La distribuzione della ricchezza non è ancora equilibrata, ma molto si sta muovendo affinché la tecnologia sia distribuita in modo equilibrato anche fra i generi.
I progetti della blockchain per l’uguaglianza di genere
Ci sono state molte iniziative lodevoli in materia, come Code to Inspire, un’associazione no profit che ha aperto una scuola di programmazione femminile ad Herat, in Afghanistan.
Il team di sviluppo della blockchain in IBM, invece, è guidato da donne, ma molto significativa è stata anche Elizabeth Stark con la propria offerta di borse di studio per un valore di 4mila dollari ciascuna per le donne che vogliono studiare la DLT.
Del resto esistono già gruppi di sviluppo prevalentemente al femminile come shEOS, che si occupa di miglioramenti sulla blockchain di Larimer, tra cui la recente introduzione della interoperabilità fra EOS e ETH.
Nel frattempo in Cina il movimento #metoo è riuscito a superare il muro della censura caricando le storie di soprusi di genere sulla blockchain, rendendole così disponibili a chiunque.
La soluzione non è ancora perfetta perché il governo potrebbe chiudere il sito che permette le registrazioni sulla blockchain, ma comunque è un primo passo avanti verso la libertà e l’uguaglianza anche dove queste sono fortemente minacciate.