A seguito della continua crescita dell’hashrate delle rete, la difficoltà di mining di bitcoin ha subito un nuovo aumento nell’ultima correzione, avvenuta lo scorso 27 giugno con ben un giorno anticipo rispetto al previsto.
Read this article in the English version here.
Non si arresta, infatti, la corsa al mining di bitcoin nonostante la (temporanea) pausa del prezzo della moneta, che già da diversi giorni oscilla fra gli 11 e 12mila dollari. Negli ultimi giorni, infatti, è stato toccato nuovamente il massimo valore storico per l’hashrate della rete, che ha raggiunto la soglia dei 74.5 Exahash/s.
Mediamente, infatti, un periodo di mining ha una durata tipica di 14 giorni (2016 blocchi BTC), mentre nell’ultimo episodio tale periodo è durato poco meno di 13 giorni. Il motivo è da imputare all’hashrate della rete in forte ascesa, che ha ridotto in maniera significativa il tempo medio di estrazione per blocco, consentendo di anticipare di un giorno il cambio di difficoltà.
Il tempo medio per blocco di bitcoin è predisposto per essere attorno ai 10 minuti. Per mantenere il più possibile costante tale tempo medio per blocco, la difficoltà di bitcoin regola il processo di estrazione, consentendo di bilanciare un hashrate sempre più elevato che altrimenti accorcerebbe notevolmente il tempo medio per blocco, come accaduto in questo caso.
Recentemente, infatti, in concomitanza dei picchi di hashrate sulla rete di bitcoin nei giorni scorsi, si sono toccati gli 8 minuti per blocco, valore ben al di sotto della media teorica di 10 minuti.
La difficoltà del mining di bitcoin tocca un nuovo record
L’ultima correzione della difficoltà di bitcoin ha comportato una crescita del 7%, innalzando la soglia ai 7,93 miliardi, valore nettamente superiore al precedente record di ottobre 2018.
Nonostante ciò, i guadagni per i miner stanno continuando ad aumentare, a causa del trend crescente del prezzo della moneta.
La forte crescita parabolica del prezzo di BTC dell’ultima settimana di giugno ha sicuramente comportato un nuovo aumento dell’interesse per il mining di bitcoin. Diversi produttori di ASIC, infatti, hanno segnalato una domanda di macchine per il mining praticamente tripla rispetto alla capacità produttiva, proprio come accaduto nel 2017.
La crescita dell’hashrate è molto positiva poiché rende la rete sempre più robusta e sicura. Non solo, più volte in passato la crescita dell’hashrate ha seguito ed addirittura anticipato l’andamento del prezzo della moneta. Quest’anno, infatti, l’hashrate di bitcoin, così come la difficoltà di estrazione, ha cominciato ad aumentare già dagli inizi del 2019, dunque almeno tre mesi prima che si innescasse una corposa crescita del prezzo.
La motivazione potrebbe essere dovuta anche all’halving di BTC, che avverrà tra meno di un anno e che, come accaduto con Litecoin di recente, aumenterà ancor più significativamente l’interesse per bitcoin, specie per i miner.
Questi, ultimi infatti, probabilmente stanno approfittando dei rimanenti 10 mesi per accumulare il maggior numero di bitcoin possibili, dal momento che dal maggio 2020 il premio per blocco verrà praticamente dimezzato.