Alex Lipton, personaggio di spicco all’interno dell’MIT (Massachusetts Institute of Technology) sostiene che Facebook abbia deliberatamente presto spunto da un paper pubblicato da lui stesso nel 2018 intitolato Digital trade coin: towards a more stable digital currency per lo sviluppo e la creazione di Libra.
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Mostrando qualche esempio, Lipton ha fatto notare come la criptovaluta di Facebook mantenga il suo valore grazie al fatto che è strettamente legata ad un paniere di valute fiat. Alex Lipton, Thomas Hardjono e Alex Pentland spiegano il funzionamento di questo token digitale all’interno di un documento pubblicato sul sito di Royal Society.
Nella loro proposta iniziale, lo use case di questo token e le attività che lo avrebbero interessato erano per lo più correlate alle materie prime, come il petrolio.
“Posso dire che l’attuale struttura di Libra è stata praticamente copiata alla lettera dal paper che abbiamo pubblicato a luglio dello scorso anno.”
Continuando nella discussione, la Libra Association, gruppo di 27 società impegnate nel progetto di Facebook, somiglia molto al consorzio di Tradecoin di cui si parla esplicitamente nel paper. Entrambe le criptovalute hanno come scopo quello di semplificare le modalità di pagamento tradizionali e in vigore al giorno d’oggi.
Tutte queste idee, che sono contenute nel paper della Royal Society, erano già apparse in una versione precedente, sempre di Lipton in collaborazione con Pentland, che ha fatto da copertina ad un giornale scientifico: Scientific American.
“Chi si occupa di Libra, all’interno di Facebook, non può non averlo letto. Quando anche non lo avessero fatto, allora non dovrebbero fare ciò che stanno facendo.”
Secondo il personaggio del MIT, che ha chiaramente mostrato una certa seccatura, il lavoro di tutti i ricercatori che hanno collaborato alla realizzazione del paper è andato in fumo, non è stato affatto menzionato all’interno del whitepaper di Libra.
Non si tratta sicuramente del primo episodio in cui qualcuno accusa Facebook di aver copiato l’idea, o il proprio logo, o altro ancora, né tantomeno sarà l’ultimo.