Nelle ultime settimane le fee per le transazioni bitcoin sono tornate sotto la fatidica quota di un dollaro, più volte toccata e superata tra maggio 2019 ed agosto 2019.
Inoltre, nelle ultime 24 ore la rete di Bitcoin ha registrato un corposo crollo del proprio hashrate, che è passato nel giro di un paio d’ore dagli iniziali 98 Exahash/s ad un minimo compreso fra i 55 ed i 60 Exahash/s, stando ai dati riportati dai principali tool di monitoraggio.
Come visibile dai grafici di Blockchain.com e Coin.dance, il crollo momentaneo dell’hashrate di bitcoin è avvenuto nella tarda serata di ieri, ed è durato una manciata di ore.
Difficile comprendere il motivo di un crollo simile, prossimo al 40%, dal momento che nessuna delle principali pool di mining detiene più del 20% dell’hashrate della rete. Guardando infatti alle statistiche solamente la pool di BTC.com si avvicina al 19% dell’hashrate totale di Bitcoin.
Osservando inoltre le statistiche delle ultime 24 ore delle principali pool di mining emerge come F2pool, BTC.com, Antpool e Poolin non abbiano subito alcuna corposa perdita del proprio hashrate.
Molto probabilmente, dunque, le mining farm coinvolte nel flash crash dell’hashrate di bitcoin, potrebbero appartenere a qualche entità privata che ha allocato parte delle proprie risorse sulle varie pool ed in buona parte in una propria pool privata, dunque non nota ai siti di statistiche.
A seguito di questo brusco crollo del’hashrate, il tempo medio per blocco è temporaneamente schizzato ad 11 minuti. In ogni caso il problema è rapidamente rientrato, tanto che nelle ultime ore l’hashrate è ritornato a superare gli 80-85 Exahash/s.
Da segnalare anche che in concomitanza del crollo, i network di Bitcoin Cash (BCH) e Bitcoin SV (BSV) non hanno subito crescite del proprio hashrate, dunque non vi è stato alcun dirottamento della potenza di hash dalla rete di BTC a quella di BCH o BSV.
Fee delle transazioni Bitcoin a meno di un dollaro da un mese
Chi ha avuto modo di effettuare transazioni BTC nelle ultime settimane ha sicuramente notato che le fee da pagare ai miner sono finalmente tornate sotto la fatidica quota di un dollaro, più volte toccata e superata tra maggio 2019 ed agosto 2019.
Da circa un mese esatto infatti, le fee delle transazioni bitcoin sono stabili ad un prezzo inferiore ad un singolo dollaro. Naturalmente si intendono le fee da pagare per avere una transazione da confermare con il primo blocco minato, dal momento che per le conferme a tre e sei blocchi, le fee sono ancora più basse, prossime agli attuali 20 centesimi di dollaro.
Nonostante ciò, il numero di transazioni rimane piuttosto elevato, in un range compreso fra le 300 e 350mila transazioni giornaliere processate dal network di BTC.
Interessante notare anche la dimensione del mempool, che in questi giorni risulta essere quasi vuota, dato che attualmente vi sono meno di 2mila transazioni in attesa di essere processate. Ciò si ripercuote sulla dimensione della mempool stessa, che in queste ore sta toccando la soglia di un megabyte, uno dei valori più bassi registrati nel corso del 2019.
La rete di Bitcoin, dunque, in queste ultime ore è praticamente sgombra, tanto che il prezzo delle fee per effettuare una transazione BTC potrebbe ulteriormente scende nelle prossime ore, tornando a cifre prossime ai 10 centesimi di dollaro, come accaduto nei giorni scorsi.