Da poche ore è possibile utilizzare i nuovi cDAI sulla piattaforma Compound e quindi sfruttare il nuovo protocollo per avere un interesse sui propri DAI.
Come sappiamo, recentemente il protocollo della stablecoin DAI è stato aggiornato e questo ha portato diverse novità, come ad esempio il cambio del nome per gli asset precedenti, ora chiamati SAI, e la possibilità di generare DAI partendo da altre crypto come BAT.
La migrazione dal vecchio protocollo al nuovo non viene effettuata in maniera automatica, almeno per gli utenti che hanno bloccato i loro token in app di terze parti, mentre su alcuni exchange il passaggio dai vecchi DAI ai nuovi SAI è fatta in maniera automatica, come per esempio su Kraken.
La maggior parte degli utenti che utilizzano DAI, lo sfruttano per avere degli interessi sulle crypto e uno dei servizi che più vengono usati principalmente è proprio Compound, che offre percentuali non indifferenti anche oltre il 5%.
Per questo motivo il team ha dovuto aggiornare la piattaforma Compound per supportare il nuovo protocollo DAI/SAI e così, da adesso in poi, sarà possibile avere interessi anche sui nuovi asset,
Al momento la quantità del mercato che ha fatto la conversione dei token arriva a $100mila contro i $22 milioni del vecchio protocollo che utilizza ora i SAI.
Attualmente lo smart contract di cDAI contiene poco meno di 3 milioni di token con 30 indirizzi attivi, quindi il passaggio è solo all’inizio, ma nei prossimi giorni ci si aspetta che sarà popolato da tutti coloro che vorranno avere un interesse sui nuovi DAI.
Compound, DAI e DeFi
DAI è uno dei progetti della DeFI, ovvero la finanza decentralizzata, che sta attualmente riscuotendo sempre più consensi.
Federico Pecoraro di Chainblock a tal proposito ha spiegato:
“Crediamo fortemente nel mercato della DeFi e nel suo sviluppo futuro. Di fatto, le dApp sono una naturale evoluzione del motivo per cui Bitcoin ha visto la luce: eliminare gli intermediari e rendere facili gli scambi di valore tra persone. L’idea di rendere facili i prestiti di denaro tra privati in modo decentralizzato, in primis, riteniamo sia un modo utile per facilitare l’adozione di massa, che non deve necessariamente passare per la spesa diretta dei token bensì da un utilizzo più ampio. Il boom della DeFi è inoltre una risposta alla sempre più grande centralizzazione del mercato, dominata da exchange sempre più custodi del valore altrui e sempre più soggetti a regolamentazioni e a potenziali furti. Sarà interessante vedere gli sviluppi a livello normativo in materia e gli sviluppi tecnici e di sicurezza alla base degli smart contract delle dapp.”