HomeCriptovaluteStable CoinLa relazione tra Central Banks Digital Currency (CBDC) e stablecoin

La relazione tra Central Banks Digital Currency (CBDC) e stablecoin

Molto spesso sentiamo citare la parola rischio sistemico in relazione alle Central Bank Digital Currencies (CBDC) o le stablecoin, ed in particolare Libra.

Per comprendere bene il significato di questo rischio occorre prima descrivere il funzionamento dei depositi presso le banche centrali. Infatti, di regola solo gli istituti autorizzati quali le banche possono aprire una relazione dei depositi presso la banca centrale. 

Qui gli istituti possono depositare gli averi da essi detenuti senza rischio debitore, in quanto la banca centrale, per definizione, non può fallire. Al contrario le persone normali, ovvero i clienti degli istituti di credito, possono aprire un conto solo presso una banca normale. Gli averi qui depositati prendono il nome di moneta scritturale. In questo caso, tuttavia, nonostante la banca sia sorvegliata e debba rispettare severe norme sui fondi propri, soggiace al rischio di fallimento. 

I depositi dei clienti sono garantiti fino ad un certo importo (ad esempio EUR 100.000), ma oltre tale cifra gli averi non sono più coperti e non è raro vedere gli Stati stessi procedere a salvare istituti di credito onde evitare un contagio del rischio ad altre banche.

Ed ecco che qui si instaura il meccanismo che potrebbe mettere a rischio la stabilità finanziaria in caso di emissione di una CDBC. Pensiamo infatti ora alla situazione in cui la banca centrale emette delle CBDC e permette ad ogni persona di depositare i propri averi presso di essa.

In questo caso vi sarebbe un istituto bancario che ha un vantaggio competitivo enorme rispetto a tutti gli altri, quello di non aver alcun rischio di fallimento, visto che può stampare (o meglio emettere nel caso di CBDC) tutta la moneta che vuole. In questa situazione perché una persona dovrebbe ancora servirsi di una banca tradizionale? 

Ma se così fosse vi sarebbe il rischio che tutti i depositi a breve termine vengano trasferiti sui conti della banca centrale, così che le banche private si troverebbero sprovviste di quei capitali necessari per lo svolgimento dei loro compiti, in particolare il finanziamento a lungo periodo.

Questa semplice spiegazione indica come le CBDC non possono essere pensate come una moneta che permetta l’uso dei servizi della banca centrale, il cui compito non è quello di gestire i depositi di clienti. Se mai una banca centrale dovesse emettere delle CBDC, il ruolo delle banche tradizionali dovrà essere garantito permettendo solo a queste ultime l’accesso ai depositi presso la banca centrale.

Diverso invece il discorso per le stablecoin. Essendo per definizione emesse da privati, il valore della moneta non risiede nel luogo dove questa è depositata, bensì sulla forza economica dell’emittente. Infatti, anche una stablecoin depositata presso la banca centrale non ha alcun valore se l’emittente della stablecoin fallisce. 

Le stablecoin emesse da privati pertanto non creano alcun rischio sistemico, se non per quello intrinseco legato all’uso della stablecoin al posto della moneta ufficiale. 

È questo forse il motivo per cui tra i maggiori critici della stablecoin troviamo gli Stati Uniti, che grazie al dollaro possono oggi sfruttare una posizione dominante nel commercio internazionale. Questa egemonia è sempre più criticata e c’è chi invoca proprio l’emissione di CBDC per poterla interrompere.

Mai come oggi vi sono stati così tanti tentativi di emissione di moneta da parte di privati. Non soltanto le grandi aziende con Libra, ma soprattutto una miriade di piccole entità stanno cercando di trovare un loro posto nel mercato dei mezzi di pagamento. 

Sarà il mercato a dirci se le stablecoin potranno avere un uso in futuro, ad esempio nel commercio digitale, oppure se rimarranno un prodotto di nicchia usato solo da pochi. 

Di una cosa possiamo tuttavia essere certi: in caso di successo non tarderemo a parlare nuovamente di CBDC.

Lars Schlichting
Lars Schlichting
Lars è il Group CEO del Poseidon Group e partner dello studio legale Kellerhals Carrard. Precedentemente Lars ha lavorato come partner per una big four. Ha una grande conoscenza e esperienza nell'identificare i rischi legali e reputazionali nel settore finanziario.
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