La Banca Centrale Europea reagisce alla sfida di Libra, la stablecoin di Facebook, lanciando a sua volta un progetto analogo, Eurochain. Al momento si tratta di una ricerca su soluzioni basate su DLT applicata nel campo delle infrastrutture di pagamento, che si appoggerebbe a servizi esistenti già messi a disposizione dalle banche centrali. Eurochain in realtà parte da aprile 2018, quando un gruppo di ricerca ha iniziato lo studio dei casi di uso della DLT e dei prototipi di pagamento.
L’obiettivo dichiarato dalla BCE è quello di creare un sistema di pagamento semplice e centralizzato per le valute digitali delle banche centrali.
Si tratterebbe di un sistema che salvaguarderebbe la privacy degli utenti in particolare per le transazioni di basso valore, mentre assicurerebbe i necessari controlli di antiriciclaggio nei casi di trasferimenti di denaro cospicui.
Our latest research shows that it is possible to build a simplified payment system for central bank digital currencies. Such a system would safeguard users’ privacy for low-value transactions while ensuring that higher-value transfers are subject to anti-money laundering checks.
— European Central Bank (@ecb) December 17, 2019
In pratica, potrebbe essere tutto ciò che Libra al momento non sembra garantire. La stablecoin di Facebook ha fatto molto discutere proprio per i suoi problemi di privacy.
Si tratta di una questione non da poco, considerando che Facebook ha 2 miliardi di utenti del mondo e ha già attraversato uno scandalo per l’utilizzo improprio dei dati dimostrato dalla vicenda Cambridge Analytica.
Inoltre, la valuta digitale della BCE descritta nel progetto Eurochain garantirebbe una moneta nel pieno controllo delle banche, che risponderebbe all’altro grande quesito di Facebook, cioè avere Libra nelle mani di un privato.
Tuttavia, nel whitepaper diffuso dalla BCE si legge che “La prospettiva di iniziative della banca centrale non dovrebbe scoraggiare ma neppure affollare le iniziative private per creare rete di pagamenti veloci ed efficenti nell’area euro”.
La ricerca Eurochain insomma si pone in modo ambiguo verso le iniziative private di cui comunque rappresenterà un diretto concorrente.
Tuttavia, spiega il whitepaper, al momento non c’è un bisogno immediato di fare passi avanti per realizzare una CBDC (central bank digital currency) nell’area euro. Però la ricerca va avanti, tanto che se e quando sarà realizzata, la valuta digitale si baserà su un’infrastruttura che supporterà la Proof of Concept, sviluppata in collaborazione con R3 ed Accenture, con le funzionalità della piattaforma Corda.
Eurochain, i casi d’uso e le analogie con Libra
Nei casi di uso, la moneta digitale emessa dalla BCE viene così descritta:
- Avrà le stesse caratteristiche della moneta cash;
- Funzionerà tramite intermediari, direttamente collegati alla banca centrale;
- Sarà collateralizzata con apposite riserve custodite dalla Banca centrale;
- Sarà totalmente affidata alla Banca Centrale che potrà metterla e rimuoverla dalla circolazione;
- Avrà un’autorità anti reciclaggio dedicata.
In definitiva, sarà una moneta totalmente centralizzata. Così come lo sarebbe Libra di Facebook. Due progetti analoghi, che sfruttano la blockchain, ma nel modo più antitetico rispetto all’uso più “etico” della blockchain, che invece nasce per favorire la disintermediazione.
È proprio questo aspetto a destare le critiche maggiori che circolano attualmente sui social network. Secondo i detrattori, proprio come per Libra, anche la valuta digitale europea non farebbe altro che controllare le transazioni degli utenti ed eventualmente censurarle tramite un organo apposito.
Resta la differenza maggiore, tra un gestore pubblico, la Banca Centrale Europea, e un gestore privato, Facebook, che seppur soggetto a una regolamentazione, persegue scopi di business, non proprio l’interesse collettivo.
Ma per la BCE la strada è praticamente obbligata. Mentre il progetto Libra va avanti, forse posticipato, ma non cancellato, altre entità si stanno muovendo per rilasciare la loro valuta digitale, a partire dalla Cina, che sta già avviando la fase di test per una moneta che potrà essere usata potenzialmente da un miliardo di persone.