Il CEO di Ripple Brad Garlinghouse se l’è presa con il consumo di energia di alcune criptovalute.
Oggi infatti, commentando su Twitter un articolo del Telegraph, ha scritto:
Energy consumption for BTC and ETH mining is a massive waste and there’s no incentive to take responsibility for the carbon footprint. Absolutely 🤯 that this isn’t high on the agenda for the growing climate crisis… https://t.co/psR77m78Ua
— Brad Garlinghouse (@bgarlinghouse) March 4, 2020
“Il consumo di energia per il mining BTC ed ETH è uno spreco enorme e non vi è alcun incentivo ad assumersi la responsabilità dell’impronta di carbonio. Questo non è assolutamente è in cima all’agenda per la crescente crisi climatica”.
Va ricordato infatti che XRP, ovvero la criptovaluta di Ripple, utilizza un algoritmo di consenso personalizzato, il Ripple Protocol Consensus Algorithm (RPCA), che produce effettivamente un consumo energetico inferiore rispetto a quello prodotto alla Proof-of-Work di Bitcoin o Ethereum.
D’altro canto, il riferimento alla crisi climatica sembra insulso, oltre che evidentemente di parte, soprattutto alla luce di quanto rivelato proprio da The Cryptonomist poco tempo fa.
Infatti, l’impatto reale sul clima della PoW di Bitcoinè inferiore a quello ad esempio dell’industria del porno online, rivelando evidentemente che non è certo Bitcoin il vero problema per l’ambiente.
Inoltre, sebbene Ethereum ad oggi utilizzi ancora Proof of Work, con un conseguente consumo energetico elevato, è in programma di sostituire questo algoritmo di consenso con Proof of Stake, in un futuro non lontano, che ridurrebbe drasticamente il consumo energetico fino a renderlo probabilmente paragonabile a quello di Ripple.
Il commento e la condivisione di Garlinghouse su Twitter, seppur riportando dati reali, hanno tuttavia più le sembianze di un tentativo di promuovere XRP come alternativa, alla luce del fatto che fino ad ora XRP non sia mai riuscito ad imporsi come tale né nei confronti di Bitcoin né in quelli di Ethereum.
Infatti, nonostante negli ultimi mesi il numero di transazioni giornaliere sulle tre diverse blockchain veda ormai primeggiare sempre XRP, per quanto riguarda i volumi in USD scambiati sugli exchange nelle ultime 24 ore XRP risulta essere in settima posizione, scavalcato anche da Tether, Bitcoin Cash, Litecoin ed EOS, oltre che BTC e ETH, e risultando di poco superiori a quelli di BSV.
Evidentemente ai mercati finanziari XRP interessa meno di BTC o ETH, forse anche perchè le performance del suo prezzo da diversi mesi ormai sono deludenti.
E, visto che stando a quanto dichiarato dallo stesso Garlinghouse Ripple non è redditizia senza la vendita di XRP, quello del CEO della società sembra più un tentativo di fare propaganda a XRP che non quello di approfondire un discorso legato ad esempio a quanta sicurezza sia in grado ad esempio di garantire Proof of Work ad una blockchain realmente decentralizzata.