Il CEO di Coinbase Brian Armstrong si è lasciato andare ad una serie di tweet sul futuro delle crypto e della blockchain senza mai menzionare Bitcoin. I suoi follower hanno notato questa sorta di ritrosia nel nominare la regina delle criptovalute, ipotizzando che Brian Armstrong possa essere scettico sul futuro di BTC.
Lo scorso 3 marzo infatti Armstrong ha analizzato la situazione attuale dei mercati finanziari sostenendo che il ribasso dei mercati azionari e il taglio dei tassi di interesse possono portare alla crescita delle criptovalute. Questo perché alcune azioni come ad esempio il quantitative easing e lo stampare moneta possono portare più fondi da investire in criptovalute. La sua conclusione è la seguente:
“Questo potrebbe essere l’anno in cui la mentalità degli investitori istituzionali inizia a spostarsi, dalla crypto come scommessa di rischio, alla crypto come riserva di denaro”.
This could be the year where the mindset of institutional investors begins to shift, from crypto as a venture bet, to crypto as a reserve currency.
— Brian Armstrong (@brian_armstrong) March 3, 2020
In realtà la criptovaluta ritenuta riserva di valore per eccellenza è Bitcoin. Tuttavia Armstrong non la nomina mai e i commenti sotto i suoi post lo fanno notare. Qualcuno arriva a dire che Changpeng CZ Zhao, l’altro CEO di un exchange altrettanto importante, Binance, non ha problemi a nominare Bitcoin.
Brian Armstrong tifa Bitcoin?
È stato un caso? No, perché il giorno dopo Brian Armstrong si è lasciato andare ad un’altra serie di tweet paragonando lo sviluppo delle criptovalute e quello di internet, e anche questa volta la parola Bitcoin non è mai apparsa nei suoi post.
Nel lungo tweet storm riprende i contenuti di una chiacchierata con Ben Horowitz, co-founder di A16Z, venture capital dedita in investimenti per sviluppi tecnologici. Le sue considerazioni sono che le storie delle sviluppo di internet e delle criptovalute sono simili.
Le prime versioni di internet erano lente, le pagine statiche, c’era un senso di insicurezza e nessuno avrebbe mai messo i dati della sua carta di credito online. Un po’ quello che accade alle criptovalute, dove aumenta la domanda per blockchain scalabili e si fa sempre più sentire l’esigenza di sicurezza e di privacy.
A questo punto, Armstrong delinea quelli che devono essere gli sviluppi più importanti per il settore delle criptovalute:
- Scalabilità, perché, dice Armstrong, c’è bisogno di blockchain che garantiscono un migliaio di transazioni per secondo per permettere l’adozione di massa delle criptovalute;
- Privacy, e anzi, per Armstrong c’è un forte bisogno di privacy coin, proprio come nell’era di internet si è avvertita l’esigenza dell’https che ha sostituito l’http;
- Identità decentralizzata, con le dApp che riconoscono immediatamente l’utente;
- Tool per sviluppatori, per rendere più facile lo sviluppo delle app.
Ma, dice Armstrong, sebbene ci siano similitudini tra la storia di internet e quella delle criptovalute,
La storia non si ripete, ma fa rima.
La sua conclusione è che c’è ancora molto da fare per portare la blockchain e le criptovalute da 50 milioni a 5 miliardi di utenti. La blockchain che riuscirà a mettere insieme i 4 punti da lui elencati avrà un grande vantaggio.
Secondo Armstrong molti team sono al lavoro per raggiungere questo scopo. Lui, dice:
“Sto facendo il tifo per tutti”.
The good news is that there are a number of teams now racing toward this prize. Let's see who ships! (This is one of the hardest things to do as a builder – I am rooting for them all.)
— Brian Armstrong (@brian_armstrong) March 4, 2020
Anche in questo caso nessuna menzione di Bitcoin. Forse proprio perché non voleva mostrare preferenze e continuare a “fare il tifo per tutti”.