HomeCriptovaluteBitcoinwBTC, tBTC o pBTC? Come scegliere il token peggato a Bitcoin

wBTC, tBTC o pBTC? Come scegliere il token peggato a Bitcoin

Un aspetto che si è evoluto con la progressiva crescita del settore della finanza decentralizzata (DeFi) è quello di poter usare i bitcoin su altre blockchain, come quella di Ethereum, e poterli gestire con dei token che simulano la relativa supply: parliamo quindi di token come wBTC, tBTC e pBTC. 

Il concetto alla base è molto semplice: si inviano i propri bitcoin ad un indirizzo generato da uno smart contract, che controlla che la transazione sia valida e da questa vengono generati dei token che rappresentano la quota di BTC versati. 

Ci sono diversi protocolli su cui è possibile peggare i bitcoin a dei token, principalmente sulla blockchain di Ethereum e di recente anche sulla blockchain di EOS, grazie ai pTokens

wBTC 

Partiamo dal protocollo wBTC (Wrapped Bitcoin), quello che ha più bitcoin bloccati al suo interno (oltre 2200 BTC) anche perché è stato il primo a creare un prodotto simile anche grazie alla collaborazione tra Kyber Network, Republic Protocol e BitGo, andando a generare un sistema di governance federata. 

Questi attori, tra l’altro, rappresentano anche i Custodian dei wBTC, ossia coloro che custodiscono le riserve di bitcoin; i merchant invece sono coloro che creano e distruggono i token wBTC e mandano la transazione ai Custodian così da completare il processo. 

Per usare questo sistema ogni utente deve essere identificato dal Merchant, tramite KYC (Know Your Customer) e solo dopo si ottiene l’accesso per poter interagire con i wBTC, operazione che richiede circa 48 ore perché è tutto manuale. 

tBTC 

Per sopperire a questo aspetto di centralizzazione di wBTC il team di tBTC ha previsto un meccanismo diverso in cui il depositante fa una richiesta di deposito allo smart contract; il depositante deve anche inviare in stake degli ETH (deposit bond) per tutelare il sistema da eventuali spam. Questo deposito viene restituito al termine del processo. 

A questo punto viene creato un gruppo di firmatari (signer) che generano un indirizzo bitcoin multifirma a cui il depositante dovrà mandare i bitcoin.

Ricordiamo che i firmatari devono aver depositato dei bitcoin per partecipare al sistema, affinché si scoraggino pratiche scorrette. Se queste avvenissero, infatti, il firmatario perderebbe i propri bitcoin messi in “garanzia”, mentre come incentivo i signer ricevono una fee di 0,005 tBTC ogni bitcoin creato.

Dopo che si è dimostrata la prova del deposito esaminando il blocco della transazione, allora lo smart contract crea i nuovi tBTC, trattenendo lo 0,005 tBTC, per prevenire attacchi DoS. Questo importo sarà restituito alla chiusura del deposito, che sarà bloccato per almeno 6 mesi e per un massimo di 1 bitcoin.

Ovviamente il sistema è ancora giovane e il recente bug avvenuto sulla piattaforma dimostra come non sia facile gestire un protocollo del genere. Quindi, anche se la transazione è più veloce rispetto a quelle di wBTC, dobbiamo considerare che questa piattaforma è più costosa. 

pBTC 

I pTokens con i propri pBTC hanno implementato una soluzione diversa, in quanto la sicurezza del sistema la si ha tramite i TEE (Trusted Execution Environment), ovvero degli hardware immodificabili che gestiscono le chiavi. 

Questi dispositivi (sistema che viene chiamato enclave) sono gestiti dai validatori che insieme cooperano in una operazione MPC (Multi-Party Computation) per generare diverse chiavi in maniera del tutto decentralizzata senza che si rischi che un singolo attacco comprometta tutto il sistema.

I pTokens non esistono solo su Ethereum ma anche su altre blockchain.

Per esempio, sulla blockchain di EOS, l’utente effettua il deposito delle proprie crypto in un indirizzo che viene creato al momento.

Questa transazione di deposito passa dall’enclave (enclave che è scollegato dalla rete e quindi deve essere inviata appositamente così da non essere influenzata da attacchi della rete) , il cui software controlla il blocco e lo valida in modo da confermare l’avvenuto deposito. Dopo aver identificato il totale di asset da creare, l’enclave avvia il processo di generazione del corrispondente asset tokenizzato operato tramite smart contract. Infine la transazione per il conferimento dell’asset tokenizzato all’utente viene propagata sulla blockchain.  

In questo caso abbiamo una velocità superiore rispetto agli altri sistemi ed inoltre non ha costi per l’utente finale, a differenza di come abbiamo visti con gli altri protocolli, vantaggio non da poco.

Inoltre nel caso della blockchain di EOS non c’è nemmeno la fee per spostare i pBTC.

Alfredo de Candia
Alfredo de Candia
Android developer da oltre 8 anni sul playstore di Google con una decina di app, Alfredo a 21 anni ha scalato il Monte Fuji seguendo il detto "Chi scala il monte Fuji una volta nella vita è un uomo saggio, chi lo scala due volte è un pazzo". Tra le sue app troviamo un dizionario di giapponese, un database di spam e virus, il più completo database sui compleanni di serie Anime e Manga e un database sulle shitcoin. Miner della domenica, Alfredo ha una forte passione per le crypto ed è un fan di EOS.
RELATED ARTICLES

MOST POPULARS

GoldBrick