Dopo che il Financial Times ha pubblicato un articolo su Ripple e dopo che questo articolo è stato ripreso e condiviso su Twitter dal giornalista del New York Times Nathaniel Popper, è partita una polemica con il CEO del progetto, Brad Garlinghouse.
Scopo di questo intervento è smentire che Ripple non avesse mantenuto le promesse, come sostenuto dal reporter del NYT.
I'm old enough to remember when the CEO of Ripple promised that banks were planning to use its crypto token XRP in the near future.
Now they have acknowledged that hasn't happened — even Ripple's biggest bank investor recently chose not to use it. https://t.co/1iWeIs8uTn
— Nathaniel Popper (@nathanielpopper) August 13, 2020
Per esempio, un’importante banca che inizialmente aveva investito in Ripple ha deciso di non utilizzare più il suo sistema, chiaro segnale di un fallimento di Ripple. Va ricordato che Brad Garlinghouse affermava come le banche siano entusiaste di utilizzare il sistema xRapid.
Over the last few months I’ve spoken with ACTUAL banks and payment providers. They are indeed planning to use xRapid (our XRP liquidity product) in a serious way. This is a sampling of what I heard: pic.twitter.com/y3TN8YRC34
— Brad Garlinghouse (@bgarlinghouse) January 5, 2018
Certo, si tratta solo di una banca, ma è comunque un indice che forse non tutte le banche apprezzino il lavoro del team di Ripple.
Ad ogni modo, la polemica non è finita qui e molti utenti che avevano investito in Ripple proprio a seguito delle parole del CEO e per la prospettiva futura di un sistema integrato su larga scala, si sono lamentati del crollo del prezzo di XRP.
Molto eloquente, per esempio, questo tweet:
My friend and I are 25 years old now. He bought LINK at less than $.30 cents and I went the opposite way I bought XRP. We both invested the same amount in 2017. He’s retired now . I’m not going to lie I’m a bit jealous.
— Rick_Flare XRP (@CryptJerry) August 13, 2020
Il prezzo di XRP fatica a crescere
Le parole di Garlinghouse riprese dal giornalista del Financial Times erano state proferite in data 5 gennaio 2018, quando solo il giorno prima XRP registrava il suo massimo storico di $3,84. In molti credevano che da lì a poco il prezzo sarebbe aumentato.
Niente di più falso dato che proprio dopo pochi giorni il prezzo ha continuato a cadere fino ad arrivare ai giorni nostri alla cifra di $0,29: una perdita del 92,4% che si traduce ovviamente in soldi persi, soprattutto per tutti coloro che avevano investito nel periodo d’oro.
Garlinghouse ha così risposto a queste accuse citando tutti i progressi fatti negli ultimi 3 anni ed i volumi di transazioni che sono stati effettuati – oltre 2 miliardi – spostando oltre 7 miliardi di dollari (in sostanza circa $3,5 dollari a transazione).
Seppur questi dati siano oggettivi, non possiamo dire che siano dati incoraggianti per gli investitori in XRP.
Tra l’altro, di recente uno studio condotto da Messari ha spiegato che se Ripple manterrà alto il tasso di inflazione di XRP, il suo prezzo non salirà.