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USA, le banche possono custodire riserve di stablecoin

La OCC degli Stati Uniti ha chiarito che le banche possono offrire servizio di custodia di riserve per le stablecoin.

La OCC (Office of the Comptroller of the Currency) è l’organo federale che negli Stati Uniti ha il compito di operare vigilanza bancaria. È ad essa che si è rivolta una banca nazionale chiedendo se può offrire questo tipo di servizio, cioè custodire il denaro fisico che funge da riserva per le stablecoin. La risposta è stata affermativa, a patto che siano rispettate le leggi degli Stati Uniti.

Di fatto è un’altra apertura della OCC, che nei mesi scorsi aveva già autorizzato le banche ad offrire servizi di custodia per criptovalute

Nella lettera emanata ieri, la OCC si spinge oltre, asserendo che: 

“Una banca nazionale può tenere queste riserve di stablecoin come servizio per i clienti della banca”. 

Il che, precisa, non vuol dire autorizzare la transazioni, ma semplicemente verificare:

“Almeno una volta al giorno, che i bilanci dei conti di riserva siano sempre uguali o maggiori dei numeri delle stablecoin detenuti dai proprietari”.  

Una banca che vuole offrire questo tipo di servizio deve rispettare tutte le leggi e regolamenti nazionali e condurre una efficiente due diligence affinché sia consapevole dei rischi associati in questo settore. 

In particolare, la banca dovrà prestare particolare attenzione alle leggi che contrastano il riciclaggio di denaro, provvedere all’identificazione dei clienti e alla verifica che abbiano i requisiti stabiliti dalle leggi per poter aprire dei conti correnti. 

La lettera ammette anche che la domanda di stablecoin sta crescendo, come dimostra l’incremento di capitalizzazione di Tether, la regina delle stablecoin. La OCC dunque ravvisa che sia legittimo che chi detiene stablecoin voglia anche essere sicuro che il corrispondente in denaro fiat sia al sicuro. E se è vero che le banche offrono servizi di custodia, allora è plausibile che le banche possano custodire il corrispondente in denaro fiat delle criptovalute ad esse ancorate. Le banche devono tuttavia essere consapevoli dei rischi e preparare dei contratti precisi verso i loro clienti in questo senso.

L’uomo a capo della OCC, l’Acting Comptroller of the Currency Brian P. Brooks, ha dichiarato

“Le banche nazionali e le associazioni federali di risparmio si impegnano attualmente in attività legate a stablecoin che coinvolgono miliardi di dollari ogni giorno. Questo parere fornisce una maggiore certezza normativa per le banche all’interno del sistema bancario federale per fornire tali servizi ai clienti in modo sicuro e sano”. 

Con le banche le stablecoin diventano security

Alla lettera è seguito una “interpretazione” da parte del FinHub Staff della SEC. Per prima cosa viene sottolineato che la OCC si riferisce alle stablecoin ancorate a valute fiat, quindi al dollaro o ad altre valute estere. Ma FinHub va oltre e aggiunge:

“Il fatto che un determinato bene digitale, compreso quello etichettato come stablecoin, sia un titolo ai sensi delle leggi federali sui valori mobiliari è intrinsecamente una determinazione dei fatti e delle circostanze. Questa determinazione richiede un’attenta analisi della natura dello strumento, compresi i diritti che intende trasmettere e come viene offerto e venduto”.

In pratica, negli Stati Uniti si riconoscono le stablecoin come security, di fatto. 

Questo vuol dire che coloro che offrono servizi legati alle criptovalute, e alle stablecoin in particolare, dovrebbero porsi il problema di essere in regola con le leggi degli Stati Uniti. Pertanto, l’interpretazione invita le parti che si sentono coinvolte a contattare FinHub Staff per verificare che la loro posizione sia in linea con le leggi federali. 

In definitiva, sembra che negli Stati Uniti si stia andando verso una istituzionalizzazione delle stablecoin. Il legislatore sembra stia prendendo coscienza del fatto che la rivoluzione apportata dalle criptovalute e in particolare dalle stablecoin sia irreversibile, visto anche la domanda crescente per il trading, la custodia e l’utilizzo come sistema di scambio e pagamento. 

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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