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Coronavirus, smart working e varianti: come cambia il mondo del lavoro

Il Coronavirus ha cambiato il mondo del lavoro rendendo dominante una parola chiave che era sconosciuta a molti: smart working, insieme ad alcune varianti quali lavoro flessibile, lavoro agile, lavoro da remoto.

Tutti questi termini all’apparenza sinonimi in realtà nascondono delle sottigliezze non da poco. 

Cerchiamo di fare chiarezza.

Lavoro flessibile

Il lavoro flessibile (o flexible working) fa riferimento a una modalità organizzativa che non può essere inquadrata in un orario ed un luogo fisso. Se immaginiamo il lavoro standard come otto ore al giorno per cinque giorni a settimana in ufficio, il lavoro flessibile è l’esatto opposto. Si parla di lavoro flessibile in presenza di:

  • un orario ridotto, 
  • part time orizzontale (poche ore tutti i giorni), 
  • Part time verticale (più ore per pochi giorni a settimana), 
  • Luoghi diversi dall’ufficio,
  • Contratti “atipici” o lavori da freelance.

Si capisce bene che il lavoro flessibile è qualcosa di già presente nel mondo del lavoro già prima del Coronavirus. 

Lavoro da remoto

Questa definizione è forse quella più confusa con il concetto di smart working. Il lavoro da remoto (o remote working) è tradotto spesso come “telelavoro” e implica lavorare lontano dagli uffici o dalle sedi aziendali. 

Può essere considerato come lavoro da casa, in realtà è lavorare da qualunque posto avvalendosi di strumenti informatici che azzerano le distanze tra azienda e lavoratore. 

Già, perché il lavoro da casa vero e proprio prende un altro nome, soprattutto nei paesi di cultura inglese: work from home.

Lavoro agile

Il lavoro agile (o agile working) non è solo una modalità di lavorare lontano dalla sede aziendale. È una filosofia di organizzazione del lavoro in cui vengono meno le gerarchie aziendali e i lavoratori si organizzano in team, ciascuno con un compito e delle precise responsabilità. 

È quindi un sistema di lavoro basato sulla collaborazione, sull’assegnazione dei compiti in base alle competenze, sulla riduzione dei tempi morti e sulla responsabilità di ciascuno affinché si arrivi al miglior risultato finale.

Smart Working

Lo smart working (letteralmente lavoro intelligente) incontra diverse definizioni in base al luogo in cui ci troviamo. In Italia per esempio è tradotto spesso con lavoro agile, ed indica, come spiega il sito del Ministero del Lavoro:

Una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività.

La differenza con il lavoro agile sembra essere di fatto l’esistenza di una gerarchia aziendale, tanto che il dipendente concorda modalità di lavoro con il datore e non a caso si parla di lavoro subordinato (cioè tipico di chi ha un contratto di lavoro dipendente).

La Commissione Europea resta invece piuttosto generica, sostenendo che lo smart working è qualcosa che assume un significato diverso a seconda delle organizzazioni, ma in generale lo smart working tende a dare il giusto equilibrio alla vita lavorativa con la vita privata. 

Si può dire che lo smart working è proprio una combinazione tra lavoro flessibile, da remoto e agile: combina cioè le competenze con i luoghi di lavoro da remoto e la possibilità di organizzare la propria vita lavorativa senza sottrarre tempo alla vita privata, ma con lo scopo di sfruttare le tecnologie per collaborare, azzerare le distanze ed ottenere il migliori risultato possibile.

Lo smart working nel mondo crypto

Le aziende fintech, e tra esse quelle legate a blockchain e criptovalute, sono da sempre pioniere dello smart working. 

Facendo della decentralizzazione il loro core business, va da sé che anche il lavoro è decentralizzato e non è legato al luogo fisico. 

Ma questo processo è stato accelerato anche dal Coronavirus ed anche le compagnie con impiegati in ufficio hanno fatto ricorso allo smart working, apprezzandone i benefici, come per Bitfinex. Anche Coinbase ha scelto il lavoro da remoto per i propri dipendenti.

In definitiva il Coronavirus ha contribuito alla diffusione di una pratica che stava già diventando comune in alcuni settori. È un percorso quello dello smart working, del lavoro agile, flessibile o remoto, da cui difficilmente si tornerà indietro.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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