Coinbase entra a far parte di COPA, l’alleanza creata da Square che mette insieme le aziende crypto con lo scopo di favorire lo sviluppo e l’adozione di massa.
COPA è stata creata da Square (a sua volta creata dal CEO di Twitter Jack Dorsey) solo pochi mesi fa, a settembre. Sin dalla sua creazione ha invitato le aziende del settore a prenderne parte.
COPA è un acronimo che sta per Cryptocurrency Open Patent Alliance. La mission infatti è quella di affrontare le preoccupazioni legate al “soffocamento” dei brevetti, un atteggiamento che rischia di strozzare il settore.
Coinbase, che è il più grande exchange degli Stati Uniti, si unirà a questa associazione, di cui fanno già parte altre aziende quali:
- Satoshi Labs,
- Kraken,
- Blockstream,
- Transparent Systems,
- Protocol Labs,
- Blockstack,
- Foundation Devices,
- ARK.io,
- Blockchain Commons,
- Carnes Validadas,
- Request Network,
- Horizontal Systems,
- VerifyChain,
- Cloudeya Ltd.,
- Mercury Cash,
- BitHyve.
Brittany Cuthbert, COPA Board Member e Senior Counsel di Coinbase ha dichiarato:
“Mentre l’economia delle criptovalute continua a crescere, crediamo che sia importante contribuire a dare forza a tutti i progetti di costruzione verso un sistema finanziario aperto. Non vediamo l’ora di lavorare a fianco dei membri del COPA per creare uno scudo brevettuale fondamentale per il nostro settore”.
Summary
COPA, con Coinbase cambia il board
Non è la sola novità per COPA che vede cambiare anche il suo consiglio di amministrazione. Steve Lee, Square Crypto Lead, diventa parte del board, insieme a Dan Robinson, Paradigm Research Partner. La loro occupazione riguarda rispettivamente lo sviluppo di Bitcoin e la ricerca sui protocolli di criptovalute.
La loro nomina contribuirà a mantenere il consiglio indipendente e composto allo stesso tempo da esperti che possono dare il loro contributo all’associazione.
Kirupa Pushparaj, COPA Board Member e Head of IP at Square, Inc. così ha commentato le nuove nomine:
“Siamo entusiasti di come la comunità ha reagito al lancio di COPA e siamo entusiasti di dare il benvenuto ai nuovi membri del consiglio di fondazione. Non vediamo l’ora di continuare a vedere crescere l’adesione al COPA e di sbloccare le tecnologie fondamentali delle criptovalute attraverso brevetti aperti”.
Perché Square ha creato COPA
COPA nasce per far crescere il settore delle criptovalute ed evitare che resti impantanato nel “blocco dei brevetti”. Tale blocco è dovuto anche alle controversie legali che nascono tra coloro che inventano le tecnologie. COPA vuole rendere la tecnologia disponibile per tutti.
Come? Innanzitutto i membri della Crypto Open Patent Alliance si impegnano a non brevettare qualcosa contro qualcuno. Inoltre, i membri condividono i loro brevetti in un’apposita libreria, dove sono disponibili per tutti.
Questo aiuta anche le imprese più piccole e crea una difesa collettiva dell’intero settore.
Spiega nella nota ufficiale COPA:
“La biblioteca dei brevetti condivisa fornisce uno scudo, che diventa più grande e più forte con l’adesione di un maggior numero di membri, ad ogni membro – a prescindere dal fatto che possieda o meno i brevetti stessi – a beneficio dell’intera comunità”
Il tema regolamentazione
In realtà a frenare lo sviluppo del settore delle criptovalute negli Stati Uniti potrebbe essere più la regolamentazione che la guerra dei brevetti.
Infatti sono allo studio due proposte di legge che potrebbero imporre un drastico freno.
La prima è stata denunciata dal CEO di Coinbase Brian Armstrong, e sarebbe una regolamentazione che costringerebbe gli exchange crypto a trasferire fondi ai wallet privati solo identificando preventivamente i proprietari. Tale iniziativa è un’idea del segretario del tesoro uscente Steve Mnuchin.
A ciò si aggiunge una proposta di legge firmata da tre membri del congresso che vogliono regolamentare le stablecoin. Alle aziende private che emettono stablecoin verrebbe richiesto di avere licenza bancaria e di garantire riserve in dollari.
Tutte iniziative di buon senso, che nascono per prevenire il riciclaggio di denaro e per proteggere i consumatori, ma che in pratica rischiano di mettere un cappio all’intero settore.