HomeBlockchainSicurezzaBitfinex in causa contro un assicuratore: “Richieste infondate”

Bitfinex in causa contro un assicuratore: “Richieste infondate”

Bitfinex non risarcirà un assicuratore che l’aveva trascinata in causa per aver gestito dei Bitcoin che lo stesso aveva pagato in quanto vittima di un cyber ricatto

L’assicuratore infatti ha deciso di ritirarsi dalla causa, e non solo non sarà risarcito, ma dovrà pagare circa 100.000 sterline di spese legali. 

La vicenda è quella di un assicuratore che voleva recuperare dei Bitcoin che avrebbe pagato probabilmente ad un hacker, e che sarebbero transitati sull’exchange di Bitfinex. Questa somma è rimasta s Bitfinex per un periodo di tempo molto breve, e poi è stata prelevata, ben prima che l’avvocato dell’assicuratore facesse notare la natura sospetta del deposito. 

Bitfinex ha solo potuto constatare che l’utente aveva passato una procedura di KYC. 

Per questo comportamento secondo l’assicuratore Bitfinex avrebbe dovuto risarcirlo. Probabilmente, comprendendo che l’exchange non può avere colpa dei Bitcoin transitati anche da account sospetti, ha deciso poi di interrompere il procedimento legale. 

Stuart Hoegner, avvocato generale di Bitfinex, ha dichiarato: 

“Bitfinex si è opposta con fermezza alle richieste infondate – ora abbandonate – non basate su fatti o leggi, ma su un desiderio di risarcimento. I sistemi legali non dovrebbero mai essere usati come un palese tentativo di estorcere risarcimenti. Questo manda un messaggio importante che Bitfinex si attiene ai fatti e alla verità, e non si piegherà a rivendicazioni infondate. Bitfinex continuerà a difendere se stessa, i suoi clienti e l’industria nella misura massima”.

La causa contro Bitfinex, un caso che fa scuola

La vicenda è esemplare di quelle che sono le responsabilità degli exchange in caso di utilizzi per scopi illeciti. In questa vicenda il querelante pretendeva di essere risarcito perché l’hacker avrebbe utilizzato Bitfinex

In realtà quel che possono fare gli exchange è collaborare con le autorità per rintracciare coloro che hanno trasferito fondi provenienti da utilizzi impropri. 

È ad esempio ciò che accaduto con il Twitter hack: i tre giovani che avevano hackerato diversi profili Twitter proponendo giveaway di Bitcoin sono stati rintracciati in quanto avevano utilizzato Coinbase che aveva segnalato i depositi sospetti.

È anche la prova che utilizzare exchange centralizzati rende le criptovalute tutt’altro che anonime. Le procedure di KYC infatti rendono ogni utente perfettamente identificabile. 

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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