HomeDeFiSt. Louis Fed: la DeFi cambierà la finanza

St. Louis Fed: la DeFi cambierà la finanza

La St. Louis Fed (cioè una delle 12 banche che costituiscono la Federal Reserve statunitense) ha diffuso un rapporto sulla finanza decentralizzata (DeFi), considerando rischi ed opportunità.

La ricerca, molto lunga, fa un’ampia panoramica del settore della finanza decentralizzata, analizzando l’intero settore, degli smart contract che lo regolano, ai protocolli, passando anche per le piattaforme decentralizzati di prestito. 

Segue poi un’ampia analisi di rischi e opportunità. A tal proposito si legge:

“La DeFi può aumentare l’efficienza, la trasparenza e l’accessibilità dell’infrastruttura finanziaria. Inoltre, la componibilità del sistema permette a chiunque di combinare più applicazioni e protocolli, creando così nuovi ed entusiasmanti servizi”.

A proposito di efficienza, si legge, questa fa in modo che la figura centralizzata tipica dei sistemi di finanza tradizionale, sia sostituita dagli smart contract. Inoltre, viene sottolineata la rapidità delle transazioni, più veloci dei trasferimenti degli asset di finanza tradizionale.

Sul fronte della trasparenza, la St. Louis Fed nota che tutte le transazioni sono visibili e aggiunge: 

“L’osservabilità e l’esecuzione deterministica permettono, almeno in teoria, un livello di trasparenza senza precedenti”.  

Questa trasparenza, secondo il report, permette anche di individuare eventi “indesiderabili”, fermandoli sul nascere. 

Inoltre, viene notato che la DeFi potenzialmente è accessibile a tutti. Infine, l’ultimo vantaggio di cui si parla è quello della componibilità: i protocolli DeFi sono un po’ come i mattoncini Lego che possono integrarsi, mescolarsi, biforcarsi e creare sempre progetti nuovi.

Più lunga l’analisi dei rischi

La DeFi ha anche alcuni rischi, vale a dire, il rischio di esecuzione degli smart contract, la sicurezza operativa, e le dipendenze da altri protocolli e dati esterni.

L’esecuzione degli smart contract infatti può comportare dei rischi se ci sono bug nel codice. È già accaduto che a causa di queste vulnerabilità, degli hacker sono riusciti a prelevare i fondi. 

Per quel che riguarda la sicurezza operativa, l’analisi mette in dubbio l’utilizzo delle cosiddette admin keys. Il controllo esercitato anche tramite i token di governance invece risulta essere sempre in possesso di pochi soggetti. 

Altro problema  quello che riguarda la dipendenza, intesa come interconnessione tra i vari blockchain e protocollo, che se da una parte può apparire un vantaggio, dall’altra un problema può ripercuotersi su tutto l’ecosistema.

Anche il fatto che i dati su cui funzionano gli smart contract siano di provenienza esterna appare come un fattore di rischio per la St. Louis Fed. 

Il più grande problema però riguarda le attività illecite. Il fatto che i protocolli DeFi garantiscano alti livelli di privacy e di anonimità fa in modo che possano essere utilizzati per scopi illegali.  

Infine, l’ultimo fattore di rischio è rappresentato dalla scalabilità: il costo del gas e i lunghi tempi di attesa per confermare le transazioni (problemi che affliggono la rete Ethereum), possono affliggere l’ecosistema DeFi.

La conclusione del report è la seguente: 

“La DeFi offre opportunità entusiasmanti e ha il potenziale per creare un’infrastruttura finanziaria veramente aperta, trasparente e immutabile. La DeFi ha scatenato un’ondata di innovazione. Da un lato, gli sviluppatori stanno usando gli smart contract e il livello di regolamento decentralizzato per creare versioni senza fiducia degli strumenti finanziari tradizionali. Dall’altro lato, stanno creando strumenti finanziari completamente nuovi che non potrebbero essere realizzati senza la sottostante blockchain pubblica”.

Però aggiunge anche: 

“Il termine “decentralizzato” è ingannevole in alcuni casi. Molti protocolli e applicazioni utilizzano fonti di dati esterne e speciali chiavi di amministrazione per gestire il sistema, condurre gli aggiornamenti dei contratti intelligenti, o anche eseguire arresti di emergenza. Mentre questo non costituisce necessariamente un problema, gli utenti dovrebbero essere consapevoli che, in molti casi, c’è molta fiducia coinvolta. Tuttavia, se questi problemi possono essere risolti, DeFi può portare ad un cambiamento di paradigma nel settore finanziario e potenzialmente contribuire ad una infrastruttura finanziaria più robusta, aperta e trasparente”.

L’analisi di Tradingview sulla DeFi e la Fed

Il rapporto sulla DeFi pubblicato dalla St. Louis Fed è stato analizzato anche su Tradingview, dove un trader ha spiegato:

“Il 5 febbraio 2021 Fabian Schär ha pubblicato un documento accademico proprio sul sito della Federal Reserve che è imperativo leggere. Questo deve essere uno dei migliori documenti accademici che ho letto su ETH/DeFi che colpisce sulle opportunità e le debolezze che sono spiegate notevolmente bene”. 

L’analisi di Tradingview su Bitcoin e Chainlink

Su Tradingview non si parla ovviamente solo di Ethereum e della DeFi. In questo momento di  nuovi record di Bitcoin, su BTC il trader Peter Brandt dice

“Il bull trend nel 2015-2017 ha sperimentato nove correzioni superiori al 30%. Il mercato attuale ha raggiunto poco meno di una singola correzione del 30%. NON sto predicendo una correzione del 30-40%, sto solo sottolineando che dovremmo aspettarci correzioni brusche ad un certo punto. Il fatto che questo trend non abbia ancora corretto più del 30% dal minimo di marzo 2020 è un’indicazione di estremo supporto sottostante e di forza interna del mercato”.

Bitcoin insomma, secondo Peter Brandt ha una struttura forte. 

Su Chainlink invece l’analisi parte dagli ultimi record:

“LINK può rompere sopra la mediana della forca e continuare a 30 dollari? Se lo fa, immagino che porterà più volume e la gente che insegue il pump si tufferà di nuovo dentro”.

 

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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