HomeCriptovaluteCraig Wright in tribunale per il copyright del whitepaper di Bitcoin

Craig Wright in tribunale per il copyright del whitepaper di Bitcoin

La COPA (Crypto Open Patent Alliance) ha trascinato Craig Wright in causa in un tribunale inglese per fare in modo che sia un giudice a stabilire che il sedicente Satoshi Nakamoto non detiene il copyright del whitepaper di Bitcoin

Lungi dall’esserne turbato, Craig Wright ha invece accolto positivamente questa iniziativa, dichiarando: 

“Questo è esattamente quello che volevamo accadesse da un po’ di tempo e sono molto contento che questo ente abbia accettato di andare in tribunale perché ora posso avere le mie credenziali giudicate legalmente. Mi darà anche la possibilità di evidenziare esattamente perché BTC non è Bitcoin come stabilito dal Libro Bianco il cui copyright sarà ora, finalmente, definito”. 

E conclude:

“Va da sé che questo ha enormi ramificazioni per Coinbase, la loro IPO e il suo valore”.

La vicenda

Il Whitepaper di Bitcoin è stato redatto nel 2008. Ma fino al 2019 nessuno ha mai pensato di registrarlo. Lo ha fatto Craig Wright, che ha registrato presso lo US Copyright Office sia il whitepaper che il codice di Bitcoin. Questa sua mossa rientra nei tentativi che da anni sta portando avanti per dimostrare di essere l’inventore di Bitcoin, Satoshi Nakamoto. Per la verità, pochi credono a questa sua versione. 

Nel gennaio di quest’anno ha deciso di reclamare i diritti d’autore sul whitepaper di Bitcoin minacciando di azioni legali il portale Bitcoin.org proprio perché pubblica integralmente il whitepaper di Bitcoin.

La tesi di Craig Wright è semplice: il whitepaper di Bitcoin e BTC come lo conosciamo oggi non sono la stessa cosa. Bitcoin si è molto distaccato dal progetto del whitepaper. Al contrario, Bitcoin Satoshi Vision (BSV), la criptovaluta nata da un fork di un fork di Bitcoin, e sostenuta da Craig Wright, è stata sviluppata riportando fedelmente quanto indicato dal documento redatto da Satoshi Nakamoto. 

L’ultimo episodio di questa storia è datato 12 aprile, quando la COPA, cioè l’alleanza creata da Square di Jack Dorsey per diffondere blockchain e criptovalute tutelando i loro brevetti, ha deciso di fare causa a Craig Wright. L’obiettivo, in linea con la mission dell’alleanza, è difendere coloro che sono stati minacciati da Wright per aver pubblicato il whitepaper di Bitcoin.  

Craig Wright, il copyright di Bitcoin e l’IPO di Coinbase 

Della COPA fa parte anche Coinbase, che proprio oggi debutta in borsa. In teoria, se la causa andasse male per COPA, secondo Craig Wright, ci sarebbero conseguenze gravi anche per Coinbase. Infatti, secondo questo ragionamento, Coinbase, così come le altre aziende membre del COPA (Kraken, Blockstream, per citarne alcune), hanno tutto l’interesse di vedere associato BTC al “vero Bitcoin”, quello narrato nel Whitepaper. 

Se un giudice arrivasse a stabilire che il vero Bitcoin è BSV e non BTC, la valutazione stessa di Coinbase ne risentirebbe. In un momento in cui BTC è all’apice della sua gloria con il record di prezzo a 63.000 dollari, e Coinbase è uno degli exchange principali dove scambiare BTC, una sentenza che dichiarasse che BTC non rappresenta quel che voleva Satoshi Nakamoto, potrebbe avere risvolti pesanti. 

Ad ogni modo, fa sapere Craig Wright, le sue azioni non intendono oscurare il whitepaper di Bitcoin, al contrario, 

il Dr. Wright e i sostenitori di BSV preferirebbero che più persone leggessero il whitepaper, per vedere che BTC non rappresenta la sua visione”.

 

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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