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Turchia, ban a Bitcoin come mezzo di pagamento

La Turchia ha emesso un ban sull’utilizzo di Bitcoin e delle criptovalute come sistema di pagamento. Insomma, non un vero e proprio divieto di utilizzo, ma è comunque un duro colpo per il settore nel paese mediorientale. 

La notizia arriva pochi giorni dopo un ulteriore aumento di popolarità di Bitcoin in Turchia. 

Le criptovalute in Turchia

Come riporta il giornale The Guardian, Bitcoin è molto utilizzato in Turchia e la sua popolarità è cresciuta da due anni a questa parte, in concomitanza con le turbolenze della banca centrale del paese. Lo scorso mese il presidente Erdogan ha licenziato nuovamente l’ultimo governatore della Banca Centrale e questo ha determinato un ulteriore calo del valore della lira turca. 

Con l’inflazione locale crescente e il prezzo di Bitcoin galoppante, è nettamente aumentato anche il trading di BTC, E questo non deve essere piaciuto alle autorità locali che iniziano a temere la potenza del Bitcoin. 

Ma, come rivela anche Reuters, anche il trading di Tether è cresciuto enormemente in questi ultimi mesi. 

Il ban a Bitcoin in Turchia

Proprio oggi è arrivato il provvedimento che tenta di riequilibrare il rapporto tra valuta locale e criptovalute. 

La Central Bank of Turkey ha emanato un provvedimento in cui dice esplicitamente che le criptovalute non si possono utilizzare come mezzo di pagamento. 

Ufficialmente è stato emanato un Regulation on the Disuse of Crypto Assets in Payments” (Regolamento per il disuso dei crypto asset come pagamento).

La Banca Centrale, in un comunicato stampa, ha spiegato che sulle criptovalute è stato fatto uno studio che ha condotto alle seguenti conclusioni: 

  • Non sono regolamentate, non hanno meccanismi di supervisione, né un’autorità di regolamentazione;
  • il loro valore di mercato è volatile;
  • possono essere utilizzate per scopi illegali;
  • i wallet possono essere rubati e utilizzati per scopi illeciti;
  • le transazioni sono irrevocabili.

Per questo, dice la Banca Centrale:

“Recentemente sono emerse alcune iniziative riguardanti l’uso di queste attività nei pagamenti. Si ritiene che il loro uso nei pagamenti possa causare perdite non recuperabili per le parti delle transazioni a causa dei fattori sopra elencati e comprendono elementi che possono minare la fiducia nei metodi e strumenti utilizzati attualmente nei pagamenti”.

Come mostra il profilo Twitter Documenting Bitcoin, all’articolo 1 si espone l’esplicito divieto di utilizzare le criptovalute nei pagamenti, anche negli exchange.

L’articolo 3 invece definisce le criptovalute come un asset creato virtualmente che si basa su tecnologia blockchain o simile, distribuito su reti digitali, ma, a differenza del denaro contante, si basa su asset intangibili che non sono quantificati. 

Con questo divieto si imprime un duro colpo, sebbene, come sottolineato più volte, è difficile fermare Bitcoin. 

 

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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