La crescita delle stablecoin e di Tether in particolare, preoccupa e non poco le banche centrali, come la Federal Reserve (FED).
Questo è quello che emerge dalle parole di Eric Rosengren durante un’intervista a Yahoo Finance.
Eric Rosengren è presidente della Federal Reserve Bank of Boston, cioè una delle banche che vanno a comporre l’istituzione Fed, intesa come la banca centrale degli Stati Uniti.
Le sue parole su Tether, che da poco ha superato i 60 miliardi di market cap, hanno fatto riferimento a diversi aspetti, sia alla stabilità della moneta, sia anche a quanto Tether stia attirando gli investitori a scapito degli altri consueti strumenti di investimento.
Tether infatti deve avere delle riserve che corrispondono alla sua capitalizzazione di mercato. Qualche tempo fa, anche a seguito della causa in cui era implicata, queste riserve erano state rese note ed erano composte non solo da denaro cash ma anche da titoli di investimento e metalli preziosi.
Ebbene, se tutto ciò perde valore, la stabilità di Tether verrebbe meno.
Ha sottolineato Rosengren:
“Tether ha una serie di asset che, durante la pandemia, lo spread è diventato piuttosto ampio su questi asset”.
Perché la FED teme Tether
Rosengren si concentra anche sul fatto che la capitalizzazione di Tether è cresciuta:
“La ragione per cui dovremmo essere un po’ preoccupati per la stablecoin è che sta crescendo molto rapidamente, quindi c’è una crescita esponenziale nella stablecoin. I fondi del mercato monetario primario stanno lentamente scendendo perché la gente ha cercato un modo meno rischioso di tenere i propri conti di transazione e molti di loro si sono spostati verso i fondi del mercato monetario governativo. Ma penso che dobbiamo pensare in modo più ampio a ciò che potrebbe sconvolgere i mercati del credito a breve termine nel tempo, e certamente le stablecoin sono un elemento”.
Da queste parole è evidente che Tether così come le altre stablecoin sono considerate un elemento di rischio per la stabilità dei mercati.
La sua conclusione lascia intendere che presto ci sarà una regolamentazione del mercato delle stablecoin. Dice Rosengren:
“Penso che ci siano anche altri prodotti d’investimento che hanno la caratteristica che, se abbiamo un grande shock nei mercati finanziari, la gente tende a muoversi fuori da quelle aree abbastanza rapidamente. E penso che sia un’area della stabilità finanziaria a cui dobbiamo prestare maggiore attenzione”.
Quel prestare maggiore attenzione lascia presagire che la Fed presto potrebbe intervenire sulle stablecoin. D’altronde proprio queste criptovalute dal valore stabile sono considerate una diretta concorrenza delle valute a corso legale perché ne replicano il valore.
Difficile non ipotizzare che le autorità di regolamentazione restino a guardare la loro crescita senza intervenire, ufficialmente a protezione degli investitori, ma praticamente anche per proteggere il dollaro USD, considerata la moneta più forte al mondo.