HomeCriptovaluteBitcoinCome Bitcoin può aiutare la Nigeria nell’economia e non solo

Come Bitcoin può aiutare la Nigeria nell’economia e non solo

Di recente la Nigeria è diventato il secondo mercato P2P in assoluto al mondo per volumi complessivi di Bitcoin scambiati. 

Il paese ha più di 200 milioni di abitanti, tanto da essere da questo punto di vista il più grande Paese africano. Inoltre, proprio grazie alla sua numerosa popolazione, è anche in assoluto il Paese africano con il maggior PIL nominale, grazie anche al fatto di essere il maggior esportatore di petrolio greggio dell’Africa, sebbene non il primo per PIL pro-capite. 

Anzi, circa il 40% della popolazione, pari a più di 80 milioni di persone, vive al di sotto della soglia di povertà ed il PIL pro capite è pari ad un quinto rispetto ad esempio a quello della Guinea Equatoriale. Inoltre, si stima che il tasso di disoccupazione raggiungerà il 32,5% quest’anno, e potrebbe salire ancora di più il prossimo.

Ma i problemi non sono finiti qui. Anzi, a livello sociale sono letteralmente esplosi a partire dall’anno scorso, a causa in particolare della pandemia di Covid-19, quando diverse proteste sono state soffocate nel sangue con la polizia che ha letteralmente sparato su folle di manifestanti pacifici. 

Pertanto è in atto un vero e proprio scontro tra le autorità e la vastissima popolazione, sebbene da qualche mese a questa parte dal Paese non giungono più notizie così raccapriccianti come quelle di fine 2020. 

I problemi finanziari però erano già iniziati prima, quando ad esempio a marzo del 2019 il governo aveva improvvisamente vietato l’accesso alle valute estere, necessarie per le importazioni. 

La stessa valuta locale, la Naira nigeriana, è in crisi, visto che nei confronti del dollaro americano ha perso il 23% negli ultimi quattro anni e addirittura il 61% negli ultimi otto. 

Il boom di Bitcoin in Nigeria

Alla luce di questi dati non c’è nulla di cui stupirsi se una parte significativa della popolazione nigeriana ha deciso di iniziare ad utilizzare anche Bitcoin, tanto che il governo del Paese sembra essere decisamente preoccupato a riguardo. 

Il boom è avvenuto in particolare quest’anno, con i volumi di scambio P2P passati dai 684 milioni di dollari di dicembre ai 2,4 miliardi di maggio. 

Secondo un trader nigeriano con molta esperienza, Olumide Adesina, Bitcoin potrebbe aiutare l’economia del Paese, innanzitutto come copertura risk-on nei confronti dell’iperinflazione, ma anche grazie alla riduzione del costo delle rimesse transfrontaliere, ottenibile ad esempio grazie a Lightning Network, come in El Salvador

In un tale scenario, le criptovalute potrebbero aiutare ad esempio chi non possiede conti bancari o chi deve effettuare numerose transazioni internazionali. Purtroppo però la banca centrale nigeriana ha vietato alle banche commerciali ed ai fornitori di servizi di pagamento di avere a che fare con le criptovalute e questo contribuisce ulteriormente ad ingigantire la frattura in atto tra le autorità e la popolazione. 

Secondo il professore di finanza dell’Università di Louisville Anthony Okafor, il recente boom del mercato delle criptovalute in Nigeria è dovuto in particolare modo alla perdita di valore della valuta locale, perché in un’economia afflitta da iperinflazione ed elevata disoccupazione, gli investimenti in criptovalute vengono visti come un mezzo per preservare salari e ricchezza. 

Bitcoin per la libertà

Tuttavia potrebbe anche non essere solamente una questione di carattere squisitamente finanziario. 

L’utilizzo di Bitcoin e delle criptovalute consente infatti anche una notevole libertà, in un paese in cui la legge è sfavorevole, se non contraria, per chi vuole utilizzare liberamente il denaro o le criptovalute stesse, consentendo pertanto ai cittadini di prendersi quelle libertà che altrimenti lo Stato non è in grado di garantire.

Anzi, forse è persino possibile affermare che grazie alle criptovalute i nigeriani possono affermare diritti che formalmente non hanno, come quello di poter disporre a piacimento delle proprie risorse, visto la legge stessa di fatto in diversi casi proibisce loro di esercitare quelli che nei Paesi liberi sarebbero diritti costituzionali inviolabili. 

Persino in India la Costituzione protegge il diritto dei suoi cittadini ad utilizzare le forme di denaro che prediligono.

Certo, le costituzioni e le leggi dei diversi Paesi sono differenti, ma non si può certo definire libero un Paese che vieta ai propri cittadini di scegliere liberamente quale mezzo di pagamento utilizzare. 

Infatti, stando ad esempio all’indice di Freedom House, la Nigeria risulta essere un Paese solo parzialmente libero, con un punteggio inferiore alla media (45). L’India, pur essendo anch’essa solo parzialmente libera, ha un punteggio di 67, mentre il primo Paese africano ritenuto veramente libero, il Botswana, fa registrare un dignitosissimo 72. 

Quindi Bitcoin, e le criptovalute in generale, possono aiutare i nigeriani a far fronte ad alcuni problemi di carattere finanziario ed economico, ma possono anche garantire loro maggiori libertà e addirittura diritti che formalmente non hanno.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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