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Bitcoin è la moneta che finanzia il terrorismo?

Da tempo si discute sull’utilizzo che viene fatto di Bitcoin e delle criptovalute per terrorismo o fini criminali. Sono innumerevoli i casi di ransomware (malware che limita accesso ai sistemi e ai dati di un utente e richiede pagamento di un riscatto per renderli nuovamente accessibili) come quello capitato di recente alla regione Lazio, a cui è stato richiesto dagli hacker un riscatto in Bitcoin.

Le criptovalute utilizzate per wallet di gruppi integralisti

Alcuni stati poi come Cuba, Venezuela, Iran e Corea del Nord utilizzerebbero le criptovalute per aggirare il duro embargo promosso dalla comunità internazionale.

La caratteristiche di sostanziale anonimato delle criptovalute si adattano perfettamente a chi vuole commettere attività illecite.

Il fatto che attualmente il proselitismo del terrorismo, soprattutto quello di matrice islamica, si svolga anche online, rende le monete digitali un utile strumento anche per il finanziamento di queste attività criminose.

Il 6 luglio scorso la polizia di Leicester ha arrestato un fiancheggiatore della jihad islamica, Hisham Chaudhary, accusato appunto di inviare migliaia di dollari in Bitcoin ad un gruppo terroristico operante in Siria. 

Nel 2020 le autoriutà israeliane hanno scoperto un indirizzo crittografico, legato ad Hamas il gruppo terroristico palestinese, di un portafoglio virtuale Bitcoin in cui sarebbero confluiti in due anni, circa 28 milioni di dollari, usati molto probabilmente per finanziare le attività terroristiche del gruppo

Anonimato e velocità di trasferimento sono le armi che il Bitcoin offre a criminali e terroristi

Secondo alcune stime effettuate dall’Università di Sidney si calcola che circa il 43 % delle transazioni in Bitcoin sia utilizzato per attività legate al mondo criminale (circa 72 miliardi di dollari).

Rob Wainwright, l’ex direttore di Europol, ha dichiarato di recente che le criptovalute comprendono circa 3 – 4 miliardi di euro, dal tre al 4% circa dei proventi illeciti riciclati annualmente solo in Europa.

L’America Latina e i Caraibi hanno ospitato il primo grande scandalo internazionale di riciclaggio di valuta virtuale nel 2013, con il riciclaggio di $ 6 miliardi di transazioni illecite legate al traffico di droga, frodi sugli investimenti e furto di dati. 

Bitcoin finanzia terrorismo
Criptovalute e gruppi terroristici. Indagano gli esperti.

L’interesse dei gruppi terroristici islamici globali come Daesh o Al Qaeda, nel campo delle criptovalute non è agli esordi; hanno iniziato ad analizzare e incoraggiare il loro utilizzo sin dalla prima introduzione di questo moderno strumento finanziario nel mercato. 

Il fatto che i trasferimenti siano anonimi ed immediati rendono perfetto il finanziamento di attività criminose o terroristiche, che prima dell’invenzione di Bitcoin utilizzavano un network che garantiva ugualmente l anonimato, Hawala, ma era comunque più costoso e lento di quanto non sia il trasferimento di denaro tramite criptovalute.

Unità e leggi speciali per combattere finanziamenti illeciti di bitcoin

Le autorità finanziarie e di polizia si stanno concentrando sempre di più sulle indagini delle attività criminose finanziate grazie alle valute digitali. Nel 2019 gli Stati Uniti per fronteggiare questo aumento di uso delle criptovalute da parte dei gruppi terroristici, hanno creato una legge ad hoc che ha dato forma ad un Financial Tchnology task Force, proprio per rintracciare movimenti di denaro sospetti. 

Nel 2019 l’Australia ha approvato “l’Anti-Money Laundering And Counter Terrorism Financing Act, che per la prima volta ha creato una task force tecnologica che si deve occupare di tracciare movimenti di denaro in valuta digitale. Simili strutture sono state create in Corea, Gran Bretagna ed Estonia.

Una nuova sezione autonoma di cybersecurity dovrebbe presto prendere forma nel nostro paese con una sezione dedicata proprio al mondo delle criptovalute e ai suoi potenziali utilizzi criminosi.

 

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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