HomeCriptovaluteBitcoinFed, parte il tapering: gli effetti su Bitcoin

Fed, parte il tapering: gli effetti su Bitcoin

Ieri il governatore della Fed, Jerome Powell, ha annunciato l’inizio del tapering, scatenando una certa volatilità sui mercati azionari e su Bitcoin.

Come funzionerà il tapering

Infatti ha detto che inizierà a ridurre il ritmo mensile dei suoi acquisti di asset per un importo pari a 15 miliardi di dollari.

A partire dalla fine di novembre gli acquisti saranno di 105 miliardi al mese, rispetto ai 120 attuali, e a partire da dicembre scenderanno a 90.

Il piano sarebbe quello di continuare a ridurre gli acquisti di 15 miliardi ogni mese, fino alla conclusione del programma, previsto per la metà del prossimo anno.

A fine novembre la riduzione sarà del 12% rispetto a quanto fatto fino ad ora, mentre a dicembre sarà salita al 25%.

La Fed però ha fatto sapere anche che è pronta ad adeguare nuovamente il ritmo degli acquisti in caso di cambiamenti delle prospettive economiche.

Questi acquisti di asset sono di fatto una forma di stimolo finanziario basata sulla creazione di nuovo denaro, ovvero figlia di una politica monetaria espansiva nota comunemente come “quantitative easing” o QE. Il bilancio della Fed, a causa di questa politica monetaria espansiva, è praticamente raddoppiato da marzo 2020, quando questo nuovo QE è iniziato.

Fed tapering Bitcoin
Le politiche della FED solitamente influenzano anche Bitcoin

Politiche della FED e tapering, gli effetti su Bitcoin

In passato i QE delle banche centrali sembra abbiano sempre avuto un impatto sul prezzo di Bitcoin, dato che la politica monetaria di BTC invece ha natura deflattiva. È possibile che anche la bullrun iniziata a novembre 2020 sia stata in qualche modo alimentata da questi enormi flussi di denaro in ingresso sui mercati finanziari.

Prendendo come riferimento l’indice S&P 500, è proprio da fine marzo 2020 che è iniziata una poderosa bullrun che sta ancora continuando a far registrare nuovi massimi storici, con un incremento complessivo del 109% dal picco minimo di marzo 2020, e del 79% da aprile 2020.

Per Bitcoin la crescita è stata di gran lunga maggiore, ma non è iniziata a marzo 2020, quando semplicemente recuperò le perdite per poi lateralizzare fino ai primi di ottobre.

In altre parole, se la bullrun dell’S&P 500 sembra legata direttamente agli stimoli monetari della Fed, per quanto riguarda quella di Bitcoin sembra invece evidente che ci sia stato anche dell’altro. Molto probabilmente si tratta dell’effetto dell’halving, visto che è stato molto simile a quello dei due halving precedenti.

Probabilmente il parametro da tenere sotto controllo è quello dell’inflazione, ancora molto elevato e senza grandi probabilità di scendere molto entro breve. Per questo motivo è difficile che il cambio di politica monetaria della Fed avrà impatto sul prezzo di Bitcoin nelle prossime settimane, o nei prossimi mesi. Diverso sarà invece quando, e se, l’inflazione inizierà a scendere significativamente.

Ieri, mentre Powell annunciava l’aggiornamento della politica monetaria, gli indici delle borse USA sono schizzati in alto, mentre Bitcoin ha subito una notevole volatilità ma sostanzialmente senza muoversi dal range di oscillazione degli ultimi giorni, compreso tra 61.000$ e 63.500$.

Il fatto che ieri i mercati crypto non sembrano essersi affatto spaventati dal cambio di rotta della Fed fa presumere che anche nel prossimo futuro l’impatto potrebbe essere minimo, a meno di sorprese provenienti dai dati sull’inflazione.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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