Il CEO di Ripple, Brad Garlinghouse, ha dichiarato che ci sarebbero dei buoni progressi nella causa intentata dalla SEC contro l’azienda, nonostante i tempi molto lenti della giustizia.
Lo ha affermato durante un’intervista rilasciata alla CNBC, aggiungendo che si attende la conclusione della vicenda solamente nel prossimo anno.
Summary
Le implicazioni della causa tra Ripple e la SEC
Garlinghouse rivela che il giudice sta rivolgendo loro delle “buone domande”, e che ritiene che lo stesso giudice si stia rendendo conto che la causa della SEC in corso non vada limitata solamente a Ripple, ma che invece avrà implicazioni più ampie.
Secondo la SEC la società ed i suoi dirigenti in passato avrebbero venduto token XRP raccogliendo 1,3 miliardi di dollari grazie ad una vera e propria offerta di titoli (security) non registrata. Invece Ripple sostiene che XRP non dovrebbe essere considerata una security.
La questione in realtà è ancora più complessa, perché è possibile che la SEC possa avere ragione sostenendo che in passato XRP sia stato venduto come una security, ma è anche possibile che XRP ora non lo sia più. Infatti i fatti contestati a Ripple risalgono a diversi anni fa.
Il prezzo di XRP
Il valore di XRP schizzò a fine 2017, quando passò dai 0,24$ del 10 dicembre ai 3,40$ del 7 gennaio 2018, per poi riscendere a 0,5$ ad aprile ed a 0,27$ a settembre dello stesso anno. Durante il crollo dei mercati finanziari di marzo 2020 scese addirittura a 0,14$, ma nel 2021 è risalito fino a toccare il suo picco massimo annuale a metà aprile, quando il prezzo tornò sopra gli 1,8$. Ora invece è tornato attorno ad 1$.
Nonostante le dichiarazioni del suo CEO, il prezzo di XRP oggi quasi non si è mosso, continuando ad oscillare attorno a 1,04$, ovvero un livello del 70% inferiore al suo massimo storico di gennaio 2018.
Anche nell’ultimo mese i movimenti sono stati minimi, con un -5%, mentre rimangono decisamente più sostanziosi rispetto all’anno scorso (+69%).
Brad Garlinghouse su Dogecoin e Bitcoin
Una cosa curiosa è che Garlinghouse ha anche dichiarato di non essere convinto che Dogecoin sia un bene per il mercato crypto, mentre ha affermato che il rialzo dell’inflazione stia facendo bene a Bitcoin.
La cosa curiosa è che fino a poco tempo fa non aveva mai avuto parole particolarmente buone per Bitcoin, sostenendo di fatto che XRP fosse migliore, oltre al fatto che il successo di DOGE di quest’anno ricordi per certi versi proprio quello di XRP di fine 2017.
Tuttavia ha ragione quando afferma che in realtà Dogecoin è un progetto nato solamente per scherzo, con dinamiche inflazionistiche che lo renderebbero riluttante a tenerlo in portafoglio.