Bitcoin a 100.000 dollari entro il 2022? Sono molti gli analisti e gli esperti che hanno previsto questa quotazione stellare per Bitcoin entro pochi mesi, Ma sui motivi che dovrebbero portare a queste vette la spiegazione data da uno dei massimi esperti della materia, Samson Mow, CSO di Blockstream, è sicuramente uno delle più singolari.
Summary
Bitcoin a 100.000 dollari nel 2022
Secondo l’esperto cino-canadese, infatti, le quotazioni di Bitcoin saliranno molto fino a raggiungere i 100.000 dollari e anche oltre quando all’inizio dell’anno si smorzerà la pressione delle vendite partite dalla Cina, dopo il bando imposto questa estate dalle autorità cinesi.
Sell pressure from China should ease up after year end.
— Samson Mow (@Excellion) December 20, 2021
“Al momento c’è una significativa pressione di vendita dalla Cina”,
Questo ha detto Mow in un’intervista al giornale BeinCrypto il 20 dicembre. Ma presto questa pressione si attenuerà e questo porterà le quotazioni di Bitcoin a salire fino ai 100.000 dollari entro la fine del 2022.
Sempre Mow, che viene considerato come uno dei principali consulenti del governo di El Salvador per la realizzazione della infrastruttura per la legalizzazione del bitcoin, ha fatto riferimento alla prossima chiusura delle attività dei principali exchange nel paese, come Huobi e Binance, che inevitabilmente ha indotto molti investitori a vendere le proprie posizioni su Bitcoin e le criptovalute in genere.
La pressione di vendita dalla Cina
Ad avvalorare questa tesi sarebbe arrivato anche un recentissimo rapporto, come riportato da Coindesk, che certifica come la pressione di vendita su Bitcoin sia arrivata per tutto il 2021 soprattutto dai mercati asiatici. Secondo il rapporto la maggior parte dei guadagni da inizio anno realizzati da Bitcoin ed Ether, che sono stati rispettivamente del 60% e del 420%, sarebbero arrivati durante le ore americane, dalle 8:00 alle 18:00, ( dalle 14 alle 22 ora europea).
Secondo i dati di Glassnode fornitore di dati e metriche per investitori e società blockchain, questa pressione avrebbe avuto un’importante accelerazione nei mesi di novembre e dicembre.
Ma secondo Mow questa tendenza è destinata a spegnersi con l’inizio del nuovo anno:
“Non è tanto che il denaro cinese stia lasciando il mercato, ma che in questo momento c’è incertezza sulle sedi di negoziazione e sull’accesso al trading. La gente vende e si siede in RMB [yuan cinese]”
Il ban della Cina ha determinato una fuga di capitali
Il ban imposto dalla Cina alle criptovalute ha determinato una vera e propria fuga di capitali ed operatori del settore dal paese. Soprattutto per il mining, che in Cina aveva concentrato circa il 65% delle sue attività globali, il divieto ad operare ha costretto moltissime fabbriche a trasferirsi all’estero in paesi, come il Canada, il Kazakistan o il Texas dove esistono condizioni ottimali dal punto di vista energetico per poter effettuare l’attività di mining di criptovalute.
Ma anche sugli stessi investitori in criptovalute il bando ha determinato una migrazione dei capitali verso altri lidi. Secondo la società di software e servizi in criptovalute Chainalysis, nell’ultimo anno oltre 50 miliardi di dollari di criptovalute sono stati trasferiti dai portafogli digitali cinesi ad altre parti del mondo.