Al co-fondatore di Ethereum, Vitalik Buterin, i bridge cross-chain non piacciono.
Summary
Come funzionano i bridge cross-chain
Le blockchain di prima e seconda generazione non sono in grado di comunicare direttamente tra di loro, quindi sono stati creati dei bridge che consentono in qualche modo di portare le informazioni da una blockchain all’altra.
I più famosi sono quelli che consentono di creare dei token su una blockchain che rappresentano token o criptovalute di altre blockchain, come ad esempio WBTC su Ethereum.
Ma a Buterin questa soluzione non piace, perché presenta limiti fondamentali alla questione della sicurezza.
My argument for why the future will be *multi-chain*, but it will not be *cross-chain*: there are fundamental limits to the security of bridges that hop across multiple "zones of sovereignty". From https://t.co/3g1GUvuA3A: pic.twitter.com/tEYz8vb59b
— vitalik.eth (@VitalikButerin) January 7, 2022
I problemi di sicurezza dei bridge cross-chain (anche su Ethereum)
Secondo Buterin il futuro non sarà cross-chain, ma multi-chain, ovvero non con soluzioni che consentono di portare le informazioni da una blockchain all’altra, ma con sviluppi che consentiranno alle blockchain di dialogare tra di loro.
Cita ad esempio i problemi legati ad eventuali attacchi 51% per le combinazioni di blockchain o i bridge, ed in particolare alle garanzie mantenute anche dopo eventuali attacchi di questo tipo.
Per questo motivo ritiene sempre più sicuro detenere asset nativi sulla stessa blockchain su cui sono stati creati, piuttosto che detenerli su un’altra blockchain. Come esempio cita i token WETH su Solana, che rappresentano ETH su questa blockchain, visto probabilmente che Solana è stata oggetto di diversi attacchi ultimamente.
Buterin afferma anche di non aspettarsi che questo tipo di problemi si manifestino sul breve periodo, ma che maggiore sarà l’utilizzo di bridge ed app cross-chain, peggiore diventerà il problema.
Infatti in caso di attacco del 51% ad una specifica blockchain, gli hacker possono censurare, invertire o duplicare delle transazioni, ma non trafugare token. Se invece attaccano un bridge cross-chain potrebbero riuscire a sottrarre i token immobilizzati nello smart contract utilizzato per la duplicazione dei token su un’altra blockchain.
Inoltre immaginando un ipotetico network cross-chain con 100 blockchain differenti, l’alto livello di interdipendenza e di sovrapposizione dei derivati potrebbe consentire ad un hacker di attaccare una blockchain di piccole dimensioni, facilmente attaccabile, e causare una falla sistemica.
Meglio il multi-chain
Il problema pertanto sarebbero proprio i bridge cross-chain, per i quali di fatto Buterin vorrebbe delle alternative più sicure.
Ad oggi purtroppo lo scenario non è ancora affatto multi-chain, quindi le soluzioni cross-chain sono le uniche veramente in uso per consentire alle diverse blockchain di dialogare tra di loro. Ma la stessa Ethereum si prepara a diventare nel prossimo futuro sempre più multi-chain, con l’obiettivo di elevare ulteriormente il livello di sicurezza di queste nuova tecnologie.