Mentre sulle criptovalute il governo è sempre stato molto critico, fino a vietare la circolazione nel paese e lo svolgimento di attività diffusissime come il mining, assai diverso invece è da sempre l’atteggiamento della Cina verso la tecnologia che sta alla base delle criptovalute e cioè la blockchain.
Summary
La Cina diventa un hub blockchain
Già nel 2019, il presidente Xi Jinping aveva lasciato intendere piuttosto chiaramente, quale grande opportunità la tecnologia blockchain poteva offrire al paese e invitava tutti quindi a “cogliere le opportunità” offerte dalla blockchain, dando il suo personale sostegno alla tecnologia. In quella occasione il presidente aveva auspicato che il paese potesse diventare una sorta di hub mondiale della tecnologia blockchain.
E l’appello del presidente sembra che non sia affatto caduto nel vuoto considerando che secondo “il rapporto sullo sviluppo delle tecnologia blockchain”, in Cina nel 2020 sono stati brevettati 4500 progetti legati alla blockchain, la metà dei brevetti presentati in tutto il mondo.
Le città della Cina dove partono i progetti blockchain
Tra le quindici città scelte come centri dove sviluppare progetti blockchain ci sono Shangai, la capitale Pechino e nel sud del paese nel distretto industriale di Guangdong, la metropoli di Guangzhou. Tra le principali entità pubbliche e private interessate si trovano invece dipartimenti del governo locale, università, ospedali, case automobilistiche come SAIC-GM-Wuling Automobile Co., società elettriche, la China National Offshore Oil Corp, la societa energetica Beijing Gas Group Co. e Industrial and Commercial Bank of China Ltd.
Tutto ciò ha preso avvio dopo che domenica scorsa l’autorità di regolamentazione del cyberspazio cinese, con altre autorità di regolamentazione, ha annunciato l’intenzione di invitare alcune organizzazioni scelte preventivamente a “dare pieno gioco al ruolo della blockchain” in settori come la condivisione dei dati, l’ottimizzazione dei processi aziendali e la riduzione dei costi operativi.
“L’amministrazione del cyberspazio di ciascuna area e il relativo regolatore del settore dovrebbero… Dare pieno gioco al ruolo della blockchain nella promozione della condivisione dei dati, nell’ottimizzazione dei processi aziendali, nella riduzione dei costi operativi e nel miglioramento dell’efficienza della collaborazione nella costruzione di un sistema credibile”
Questa la dichiarazione ufficiale diramata dall’organizzazione governativa cinese.
Grande sviluppo degli Nft in Cina
Un primo importante risvolto di questa attenzione verso la tecnologia blockchain nel paese si può vedere nell’interesse sempre crescente verso gli Nft, che anche in Cina starebbero realizzando un vero e proprio boom.
Alcuni dei principali colossi cinesi della tecnologia cinese, come Ant Group, Tencent e JD.com, a novembre scorso hanno firmato una sorta accordo di “autoregolamentazione” sui token non fungibili (NFT) con organizzazioni statali. Sempre Ant ha lanciato qualche settimana fa un “Progetto del tesoro” per musei e gallerie per emettere i loro oggetti da collezione digitali basati sulla sua tecnologia blockchain.
A gennaio la Blockchain service network, una società blockchain a proprietà statale, ha annunciato il lancio a breve di una sua piattaforma per il mercato degli Nft, stando a quanto riportato dal giornale cinese South Morning China.
A giugno, il colosso cinese dell’e-commerce Alibaba, una specie di Amazon cinese dedicata prevalentemente alla clientela business, ha lanciato una collezione di 16.000 opere d’arte NFT che sono andate esaurite in pochi minuti tramite la sua app per pagamenti mobili Alipay.