Uno degli effetti particolari della guerra Russia-Ucraina, è che è riuscita a interrompere la storica neutralità della Svizzera che ora si dice pronta a congelare anche i beni in criptovalute degli oligarchi di Mosca.
Summary
La Svizzera vuole congelare le criptovalute dei russi
A riportare una notizia che ha del clamoroso è stato il Financial Times, secondo cui la Svizzera sarebbe pronta a congelare non solo i beni fisici e monetari degli oligarchi russi, ma anche i loro crypto assets.
La Svizzera infatti ha interrotto la sua storica neutralità aderendo alle sanzioni imposte a Mosca dall’Unione Europea. È stata quasi una scelta obbligata, perché Berna non intendeva diventare un hub per le attività russe che in questo modo avrebbero potuto aggirare le sanzioni europee.
Ma a quanto pare la Svizzera vuole spingersi oltre anche andando a congelare le attività crypto.
Ovviamente è difficile congelare le criptovalute detenute in wallet privati e spesso anonimi, l’unica strada possibile è bloccare gli account di exchange centralizzati intestati ai russi. Solo in quel caso sarebbe possibile, in parte, evitare gli scambi di criptovalute, il trading, o la conversione in denaro fiat.
Sarebbe questa anche la strada che vuol percorrere l’Unione Europea, come ha spiegato il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire:
“Stiamo prendendo misure, in particolare sulle criptovalute o criptoattività che non devono essere utilizzate per aggirare le sanzioni finanziarie decise dai 27 paesi dell’UE”.
La svolta della Svizzera
Con la storica decisione di aderire alle sanzioni imposte dall’Unione Europea alla Russia, la Svizzera ha già congelato i beni di cittadini russi e ha addirittura limitato gli ingressi alle personalità ritenute vicine al presidente Putin. Inoltre si impegnerà anche a sostenere concretamente il blocco del sistema Swift.

Il vademecum in caso di guerra nucleare
È apparsa singolare invece la scelta di pubblicare online un vademecum su come affrontare un eventuale guerra nucleare.
Nei giorni scorsi infatti l’escalation delle violenze in Ucraina è culminata con attacchi ad alcune centrali nucleari e questo ha fatto tremare il mondo. Particolari timori ha destato l’attacco alla centrale di Zaporizhzhia, la più grande del paese e dell’intera europa, dove è scoppiato un incendio per fortuna senza conseguenze.
Sebbene il presidente Putin abbia chiarito al suo omologo francese Macron che non intende attaccare le centrali nucleari, i rischi restano alti.
Per questo la Svizzera è corsa ai ripari pubblicando una guida su come comportarsi in questo caso. Nel testo si legge che la Svizzera ha 365.000 rifugi pubblici e privati con 9 milioni di posti tali da poter proteggere tutta la popolazione. Tra le raccomandazioni, viene detto ai cittadini di dotarsi di scorte di cibo e di almeno 9 litri di acqua a testa. Infine, vengono distribuite preventivamente le compresse allo iodio che impediscono alla tiroide di assorbire lo iodio radioattivo in caso di incidente nucleare.
La popolazione svizzera si augura di non avere bisogno di mettere in pratica tale piano. Purtroppo però i negoziati procedono a rilento e anche le annunciate tregue per consentire l’evacuazione dei civili si stanno rivelando fragili.
La buona notizia in questo scenario è che il presidente ucrano Zelensky starebbe aprendo a dei compromessi quali delle garanzie per non entrare nella Nato e sul destino della Crimea e del Donbass. E chissà che a Putin tanto basti per richiamare i suoi eserciti a Mosca.