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ETF: top e flop di febbraio

Il mese di febbraio non ha dato sorprese e nella top ten degli ETF registrati alla vendita in Italia spiccano quelli più prevedibili. 

Lo scudo alla contrazione dei mercati

Gli ETF (exchange traded funds) sono fondi che replicano l’andamento di un indice e sono uno strumento affidabile al quale rivolgersi in caso di contrazione del mercato.

A tal proposito, in un altro interessante articolo uscito su Cryptonomist lo scorso primo febbraio dal titolo “Gli ETF come scudo dal crollo dei mercati” si evidenziava proprio come gli ETF fossero una delle vie da percorrere per una strategia contenitiva delle perdite ma non solo. 

Uno dei problemi, se non il principale di questo strumento, è proprio l’esposizione di alcuni exchange (tra questi anche alcuni tra i più importanti al mondo) a certi tipi di azioni piuttosto che ad altre. 

Un esempio di questo è la borsa di New York, nel Nasdaq (che è composto da circa 3000 titoli) c’è una esposizione del 50% verso gli stocks del settore tech. 

Dieci titoli del settore tech cubano il 50% del valore dell’indice e questo è un dato da tenere in conto.

Anche l’S&P 500 ha una situazione simile, in questo caso il valore delle Big tech è il 25% del totale. 

etf criptovalute febbraio
Per le criptovalute febbraio è stato un mese positivo

I migliori ETF di febbraio e le criptovalute 

Complice un febbraio positivo per le criptovalute (BTC +8,3% ed ETH +10,4%), in cima alla classifica troviamo il fondo tedesco BCHetcPhisical Bitcoin Cash ETC € Acc che replica l’andamento del Bitcoin. 

Le monete virtuali hanno visto un’impennata a seguito della guerra in Ucraina, questo ha portato tutte le fazioni per motivi differenti a concorrere all’apprezzamento della valuta. 

Secondo quanto riportato da Elliptic, Èliezer Ndinga responsabile di 21Shares ha dichiarato in una nota che: 

“Le criptovalute sono legate a uno dei pochi episodi positivi osservati in questa guerra: il governo ucraino avrebbe ricevuto un ammontare senza precedenti di donazioni proprio in asset digitali, per un valore di circa 24,6 milioni di dollari; una manna dal cielo in un conflitto caratterizzato da forti note cyber”. 

Questo aspetto non è il solo che ha concorso all’exploit delle valute virtuali. 

In previsione di sanzioni pesanti che sarebbero arrivate a seguito dell’offensiva russa, in tempi non sospetti il Cremlino aveva aperto allo scambio di crypto e cassato la legge che impediva di minare BTC nel paese. 

Quando l’attacco sovietico ha sorpreso negativamente il mondo e sono arrivate le sanzioni dell’occidente che estromettevano la Russia dallo Swift, questa si è “rifugiata” nei Bitcoin arrivando a pagarli fino a 64.000 dollari l’uno. 

La Top Ten 

L’oro da sempre è il bene rifugio che rassicura in tempi sfavorevoli e anche questa volta non fa eccezione. 

Prima la pandemia e successivamente la guerra tra russi e ucraini, hanno spinto il metallo prezioso ai suoi massimi e ciò ha spinto anche i fondi di riferimento. Le posizioni subito sotto l’ETF legato al Bitcoin, sono occupate fino all’ottava da fondi che fanno riferimento all’oro o alla sua filiera. 

Tra questi il VanEck Gold Miners UCITIS ETF ha guadagnato il 14% nel periodo di riferimento (febbraio). 

I peggiori

Tra le peggiori performance di febbraio non potevamo non trovare gli ETF legati a l’azionario russo. 

L’IShares MSCI Russia ADR/GDR ETF Usd Acc che è legato all’andamento dei titoli russi quotati nelle borse straniere ha perso il 73%.

L’HSBC MSCI Russia Capped UCITS ETF ha perso il 53%. 

La borsa di Mosca è chiusa dal 28 febbraio e anche l’equity è stato colpito pesantemente. 

Secondo Luca Riboldi responsabile investimenti di Banor:

“Gli impatti del conflitto Russia-Ucraina sull’economia mondiale potrebbero essere molto differenti, a seconda che gli scontri vedano una fine nelle prossime settimane o proseguano per diverso tempo. Nel primo caso, nonostante ci aspettiamo che le sanzioni imposte dai diversi Paesi alla Russia rimangano in vigore per diversi mesi, se non anni (anche perché riteniamo improbabile che la Russia faccia un passo indietro e rinunci alla regione del Donbass), ci aspettiamo che la situazione su beni come il grano ucraino rientri, riaprendo l’Ucraina all’export. 

Invece, qualora il conflitto dovesse proseguire a lungo, il rischio è che la guerra comporti un aumento esponenziale dei prezzi delle materie prime e i costi dell’energia. Essendo quindi impossibile prevedere l’esito del conflitto e le intenzioni di Putin, avere un portafoglio con un po’ di hedging su alcuni settori o asset class anti-volatilità è sicuramente la soluzione migliore da scegliere in questo momento storico“.

Tra i Flop il meno peggio è stato il First Trust Dow Jones International internet ETF che chiude la classifica. 

Il fondo è legato direttamente al Dow Jones e ai 40 titoli con maggiore commistione/inerenza con internet. La condizione per le società che vi partecipano è avere un fatturato legato a questo settore per almeno il 50%.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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