TikTok continuerà ad esistere negli USA ma i dati degli utenti saranno custoditi da Oracle e non varcheranno i confini degli Stati Uniti. In teoria.
Summary
USA, l’accordo con Oracle per TikTok
Secondo quanto riporta Reuters, TikTok sarebbe vicina ad un accordo con Oracle per custodire i dati degli utenti senza che questi siano trasmessi all’azienda cinese, proprietaria del social network, ByteDance.
Si potrebbe risolvere così una crisi che era nata sotto l’amministrazione di Donald Trump che addirittura voleva bannare il social network tanto popolare tra gli adolescenti negli Stati Uniti.
Sebbene ancora non siano chiari i termini dell’accordo, quello che emerge è che Oracle memorizzerà i dati degli utenti statunitensi che saranno affidati ad un team specializzato che impedirà l’accesso a ByteDance. Come tutto questo avverrà nella realtà, è tutto da definire. Anche perché bisognerà stabilire se questo team sarà sotto la gestione di TikTok oppure controllato direttamente da qualche autorità statunitense.
L’importanza di TikTok per gli Stati Uniti
Gli Stati Uniti sembrano preoccupati dei rischi che applicazioni estere possano mettere le mani sui dati sensibili dei cittadini degli Stati Uniti. Anche perché la guerra tra Russia e Ucraina ha confermato ancora una volta come i social media possono diventare un utile strumento di propaganda. Dunque la questione per il governo USA è semplice: non bisogna lasciare spazio ad aziende estere di muoversi tanto liberamente.
Certamente gli USA riconoscono l’importanza di TikTok, tanto che, secondo indiscrezioni, nella Casa Bianca si sarebbe tenuto un vertice in cui a 30 influencer è stato spiegato come raccontare la guerra Russia Ucraina sul social network tanto amato dagli adolescenti.
TikTok in Russia
Anche la Russia, dopo aver oscurato Instagram, si sta avvalendo di TikTok per fare propaganda. Sembrerebbe che negli ultimi 10 mesi Mosca abbia preso contatti e finanziato oltre 500 influencer per raccontare la versione del Cremlino sullo scontro con l’Ucraina.
L’indiscrezione, riportata da Vice, racconta che tutto è avvenuto coordinandosi su un canale Telegram dove vengono postati video, hashtag da usare e istruzioni sugli orari di pubblicazione. Questa attività sarebbe andata avanti anche dopo che TikTok avrebbe impedito agli utenti russi di caricare nuovi video. Questo “ban” di TikTok non ha nulla a che vedere con le decisioni dei social made in USA: al contrario il social cinese vorrebbe solo difendere i suoi utenti dal rischio di essere condannati a 15 anni di carcere in caso di diffusione di fake news, come prevede una delle ultime leggi approvate in Russia.
È del tutto evidente che i governi stanno prendendo atto che anche il modo di fare la guerra è cambiato: i social network garantiscono un coinvolgimento globale, in cui ciascun utente è in grado di vedere ciò che accade e farsi una propria idea. Per questo la guerra e le tensioni internazionali adesso non possono fare a meno di riconoscere dei co-protagonisti: i social, appunto.