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Bitcoin sale dopo i dati sull’inflazione

Anche dopo l’annuncio del tasso di inflazione che si attesta a 8,5%, il Bitcoin e le principali criptovalute segnano un rialzo.

Il peggior martedì dal 1981. Bitcoin continua a salire anche post annuncio inflazione

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Bitcoin e principali criptovalute resistono ai dati sull’inflazione

Martedì 12 aprile 2022, il Consumer Price Index (CPI) ha regalato il peggior ribasso che si sia mai registrato dal 1981 ad oggi. 

L’indice sull’inflazione si attesta a 8,5% puntando oramai la doppia cifra e questo sfocia in una apparente correlazione di eventi. 

Considerando i dati relativi alla giornata precedente di certo c’è stato un balzo di tutte le principali criptovalute, tra cui Bitcoin (+1,1% a 40.149,63$), Ethereum (+1,6% a 3035,87$) e Dogecoin (+2,7% a 0,14$).

Questo non vale per l’ultima settimana ad esempio in cui già era noto che il dato sull’inflazione, che si attestava già a un 7%, sarebbe salito.

Il rapporto causa effetto si è innescato proprio a seguito del nuovo dato che è significativo e ovviamente può aver influito sulle valute digitali che hanno giovato. 

Da CoinMarketCap possiamo evincere balzi significativi a seguito della notizia, tra i principali spiccano Shiba Inu (+20,9% a 0,000027$), Compound (+9,7% a 129,48$) e Moonbeam (+16,8% a 3,7$). 

Questa buona stella però non è valsa per i titoli azionari che per forza di cose sono stati sotto pressione a seguito della notizia. 

In generale tutti gli asset considerati rischiosi hanno sofferto il dato sull’indice dei prezzi al consumo di marzo. 

Livelli chiave e prospettive

Edward Moya, senior analyst di OANDA ha una sua idea sul rapporto inflazione e situazione internazionale. Moya commenta:

“L’inflazione si prenderà cura di sé se i rischi geopolitici miglioreranno e si mantenessero le aspettative secondo cui la Fed non dovrà inasprire aggressivamente la politica monetaria e mandare l’economia statunitense in recessione.” 

Questo sta a significare che se la Fed non seguirà i propri piani che prevedono ben sette aumenti dei tassi in questo anno, le criptovalute in generale potrebbero giovarne molto riprendendo un bull trend. 

Gli asset digitali ad esempio Bitcoin ed Ethereum stanno testando dei livelli come basi quantomeno per l’anno in corso, rispettivamente $40.000 e $3.000.

Gli operatori e gli analisti più coinvolti e volti al mondo crypto sperano che questi livelli siano ovviamente rotti al rialzo ma questo è più probabile se si verificheranno alcune condizioni, tra le quali una politica più gentile in tema di aumento di tassi da parte della Banca Centrale Americana, ingresso di nuovi investitori che donino nuova linfa e un’apertura dei mercati.

Un altro fattore che potrebbe influenzare l’andamento delle crypto e in particolare di Bitcoin è il valore del dollaro. 

È una teoria abbastanza confutata infatti che una tendenza ribassista del dollaro possa giovare al valore di Bitcoin e delle crypto in generale. 

Michael Van De Poppe si è chiesto proprio questo in un recente tweet:

“Una possibile divergenza ribassista sull’andamento del dollaro potrebbe giovare a Bitcoin?”

Un trend ribassista può rilevare potenziali trend al ribasso quando i prezzi salgono a nuovi massimi mentre l’oscillatore rifiuta di toccare un nuovo picco.

Nel caso specifico le transazioni in Bitcoin sono vicine alle 225.000 al giorno, il che è simile a quanto successo al mercato ribassista del 2019. 

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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