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Nigeria, boom di Bitcoin e Criptovalute

La Nigeria e numerosi Paesi dell’Africa e degli Emirati Arabi puntano al Bitcoin e alle criptovalute in generale.

La Nigeria punta forte sul Bitcoin e sulle criptovalute in generale

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Il 54% degli intervistati ha espresso che vorrebbero includere Bitcoin e crypto nei propri sistemi di pagamento

Nei giorni scorsi, grazie a un sondaggio effettuato da Nasdaq Inc., si è appreso come in Nigeria e in Medio Oriente, in particolare nell’UAE (United Arab Emirates) ed in Arabia Saudita, il 54% degli intervistati ha espresso come cosa gradita la possibilità di effettuare transazioni in maniera corrente tramite Bitcoin e altre criptovalute in generale. 

Non solo, i Paesi del Nord del continente africano hanno voglia di crypto, ma a questi si aggiunge ora anche la Nigeria. 

Secondo questo recente sondaggio, il 35% della popolazione nigeriana ha già investito in criptovalute e questa percentuale sottolinea come una costante dei Paesi in cui dilaga la povertà sia quella di aver voglia di Bitcoin o più in generale di valute digitali, per praticità ovviamente, ma anche per una libertà finanziaria e una solidità che li libererebbe dal giogo stretto dalle banche centrali.

Nel sondaggio è trapelato anche come un ulteriore 6% della popolazione si ritiene disposta ad entrare nelle crypto con nuovi investimenti. 

El Salvador fa da esempio per l’adozione delle criptovalute

La voglia di valute digitali si va affermando a tappe serrate, dopo il famoso caso del Venezuela o del sempre citato El Salvador, si sono aggiunti Lagos e nel prossimo futuro si attende qualche Paese africano. Chissà se sarà proprio la Nigeria che si mostra così ricettiva nella sua popolazione. 

La percentuale di cui sopra è emblematica specialmente se rapportata ai risultati dello stesso sondaggio per USA, Europa e Canada in cui nessuno dei tanti si avvicina neanche un po’ al 35%.

Dove c’è un’alta concentrazione di povertà e di corruzione, come nel caso tipo individuato da IMF soltanto qualche giorno fa, le crypto sono nella lista dei desideri del popolo nonostante gli economisti ritengano come necessaria una regolamentazione più stretta.

In numerosi posti nel mondo le banche e i canali finanziari e commerciali mainstream si accaniscono sui pochissimi risparmi del popolo con commissioni altissime (con un occhio attento alle rimesse), si segue lo stesso trend, con l’appoggio del settore pubblico piuttosto di iniziative private come nel caso della Nigeria, che si avvia verso un’adozione capillare delle crypto. 

La Nigeria e il caso di Lagos

La stessa situazione della Nigeria si sta verificando anche a Lagos dove il popolo mostra sempre più un interesse verso le valute digitali. 

Bitcoin è in portafoglio al 30% della popolazione che ha un’altra caratteristica in comune con quella Nigeriana, l’età. 

All’anagrafe infatti questi due Paesi hanno una età media molto bassa, così come basse sono la scolarizzazione e il reddito pro capite. 

Bitcoin insomma in soccorso dei poveri come un moderno Robin Hood che aiuta i Paesi poveri a liberarsi dalle catene delle banche centrali e dal controllo dei paesi egemoni tramite la finanza, i mercati e le materie prime. 

Ultimamente però è entrata in gioco anche l’inflazione che ha rimescolato le carte e come una livella pone in relazione questo trend bullish alla corsa al Bitcoin anche nei Paesi più ricchi come ad esempio l’UAE.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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