Nel corso della storia il Bitcoin non aveva mai registrato perdite così sostenute sul mercato, come successo in queste ultime sette settimane.
Summary
Le perdite del Bitcoin non si arrestano

Bitcoin subisce perdite da sette settimane consecutive, in una fase di mercato molto negativa anche sui mercati finanziari tradizionali. Si tratta del periodo negativo più lungo da quando è comparsa la valuta digitale.
Il prezzo del Bitcoin è tornato in poche settimane ai livelli del gennaio 2021, dopo che a novembre aveva toccato il suo massimo storico ad oltre 69000 dollari.
La valuta più capitalizzata del mercato stenta a risalire sopra la barriera dei $30.000, persa dopo la settimana di crolli record a causa dell’implosione del progetto Terra (LUNA) e della sua stablecoin UST, che ha trascinato con sé tutto il mercato crypto, con perdite di oltre due cifre per tutti i principali titoli.
A metà marzo Bitcoin ha avuto l’ultima settimana di robusti rialzi recuperando quota 47000 dollari. Da lì è iniziata la discesa che sembra non aver trovato ancora un punto di approdo. Da questo livello di prezzi, secondo alcuni analisti, ci potrebbe essere un rimbalzo oppure una repentina discesa nei prossimi giorni.
This for me is the best case scenario on #Bitcoin due to the rejection and 3 wave confirmation. We either drop to new lows from here, or we complete the C wave flat then pump once more
If your a scalper this will be heaven for you over the next few days pic.twitter.com/LNvVbpXPG6
— Crypto Tony (@CryptoTony__) May 16, 2022
Alcuni analisti, però, analizzando anche la congiuntura economica certo non favorevole, sembrano essere decisamente pessimisti nei confronti di Bitcoin e del mercato delle criptovalute in genere.
Alex Kuptsikevich, analista di mercato di FxProha, sostiene che:
“A nostro avviso, la tendenza alla vendita di criptovalute rimane invariata. Al ribasso si aggiungono le prospettive negative per la politica monetaria statunitense, dove non si può ancora vedere alcuna luce alla fine del tunnel con rialzi dei tassi”.
Correlazione positiva tra Bitcoin e mercati finanziari tradizionali
Quello che sembra ormai confermato è che si sia creata ormai una correlazione sempre più stretta tra l’andamento del Bitcoin e quello del Nasdaq, il mercato dei titoli tecnologici americani. La scorsa settimana, quando il Nasdaq ha rotto la barriera dei 12000 punti, Bitcoin si è spinto vicino ai 24000 dollari, in contemporanea con il crollo dei titoli legati all’ecosistema Terra.
La preoccupazione per l’inflazione e per le mosse della Fed che potrebbe ulteriormente alzare i tassi, tengono lontano gli investitori dagli asset rischiosi, come appunto Bitcoin. A fine Aprile gli analisti della Goldman Sachs hanno sostenuto che la politica aggressiva della Fed per tenere sotto controllo l’inflazione potrebbe portare ad una nuova fase di recessione.
Secondo altri analisti, invece, questa fase di mercato fortemente ribassista potrebbe richiamare su Bitcoin l’interesse degli investitori istituzionali. A pensarla così è certamente Michael J. Saylor, CEO di MicroStrategy, il fondo con la più grande esposizione in BTC al mondo, che qualche giorno fa ha ribadito come Bitcoin sia il miglior strumento anti inflazione e che quindi sia oltremodo conveniente acquistarlo proprio ora.
Ki Young Ju, CEO della piattaforma di analisi CryptoQuant, allo stesso tempo ha voluto sottolineare il fatto che a prezzi così bassi, Bitcoin potrebbe diventare appetibile per gli investitori istituzionali, affermando che:
“Se si osserva la heatmap del l’order book BTC-USD di Coinbase, si notano muri di bid piuttosto spessi dall’ultimo mercato ribassista di maggio 2021”.
La situazione rimane sicuramente assai incerta e i rischi legati ad investimenti in criptovalute ancora molto alti. Guardando il Fear & Greed Index, che misura il sentiment di mercato, è stabile da giorni in zona di “paura estrema” intorno ai livelli 14-16/100.