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MiCA: regolamentazione approvata. Nessun ban per il PoW, ma problemi per i wallet anche non custodian

Come previsto, il 30 giugno è arrivata l’approvazione della regolamentazione Markets in Crypto Asset, anche chiamata MiCA e – per fortuna – non prevede nessun ban per il Proof-of-Work o per il mining.

Le prime notizie sono arrivate dal membro del Parlamento Europeo Stefan Berger che ha pubblicato una serie di post sul suo profilo Twitter.

Nel post Berger spiega che anch’egli è felice di non avere ban per il mining:

L’Europa è il primo continente con una regolamentazione delle criptovalute. Parlamento, Commissione e Consiglio hanno concordato un MiCA equilibrato. Per me come giornalista, era importante che tecnologie come PoW non fossero vietate”.

Questo non vuol dire, comunque, che gli operatori non dovranno curarsi dell’ambiente. Infatti, in un secondo tweet, Berger chiarisce:

“I fornitori di crypto-asset dovranno in futuro rivelare il consumo di energia e l’impatto delle risorse sull’ambiente. La base per questo saranno gli standard tecnici di regolamentazione”.

Anche il membro del Parlamento Europeo Ernest Urtasun ha detto la sua su Twitter, spiegando che tutti i fornitori di servizi di criptovalute saranno obbligati ai sensi delle norme di antiriciclaggio, compresi gli ATM crypto. 

Le differenze tra piattaforme custodian e non custodian

Ovviamente queste leggi non si applicheranno per le transazioni peer to peer, ovvero senza intermediari e completamente decentralizzate. Anche se, si spiega, ci saranno regole diverse per i wallet non custodian.

Infatti, per il MiCA le leggi si applicheranno anche ai trasferimenti da/verso wallet e le aziende saranne tenute a raccogliere informazioni e ad applicare misure di due diligence rafforzate rispetto a tutti i trasferimenti che coinvolgono portafogli non custodian.

Dai tweet si scopre anche che tra le regole vi è:

“La verifica dell’identità del titolare effettivo del portafoglio non custodian sarà obbligatoria per i trasferimenti di importo superiore a 1000€ nel caso in cui il trasferimento venga effettuato da o verso il portafoglio appartenente al cliente del CASP”.

Ma il colpo di grazia arriva in un altro tweet, dove Urtasun spiega che le regole potrebbero essere rafforzate presto:

“Entro 18 mesi dall’entrata in vigore, la Commissione valuterà la necessità di rivedere il regolamento per aggiungere misure per mitigare il rischio di portafogli non custodian.”

Maggiori misure per ostacolare anche gli oligarchi russi

Nello specifico, Urtasun spiega anche che queste regole vogliono anche ottenere un maggiore controllo sugli oligarchi russi, in modo che abbiano maggiore difficoltà di spesa anche con le criptovalute.

“I CASP dovranno adottare politiche, procedure e controlli interni per garantire il rispetto di sanzioni finanziarie mirate. Questo è molto rilevante in quanto gli oligarchi russi usano le criptovalute per aggirare le sanzioni dell’UE e internazionali.”

Le prime reazioni al MiCA

Regole, regole e regole. Ovviamente nessun operatore o utente nel mondo crypto potrebbe esserne contento. Infatti, sotto i post dei diversi membri del Parlamento troviamo diversi tweet di disgusto.

Tra questi, ad esempio, quello dell’analista e trader Plan B che ritiene che l’Europa così stia uccidendo l’innovazione.

Il concetto paradossale dietro a queste regole è anche molto ben spiegato dall’utente @bazzle su Twitter che spiega:

“Quindi, se ricevo bitcoin sul mio portafoglio freddo, il mittente deve conservare i miei dati personali nel proprio database? pronto per essere hackerato? e venduto sul dark web. E questa è una buona cosa? spiega come.”

Infatti, da quello che si evince è che nessuno è più al sicuro e tutti saranno tracciati anche solo per aver inviato una transazione in BTC da un wallet non custodian ad un wallet custodian. Bisognerà quindi stare attenti a che piattaforma usi anche il destinatario di una transazione. 

Il problema di fondo qui è sicuramente la privacy. Spesso e volentieri chi delibera non riesce a pensare che chi vuole privacy non sia perché è nell’illegalità. Di conseguenza, secondo i legislatori, chi vuole proteggere i propri dati avrebbe qualcosa di losco da nascondere. Ovviamente le cose stanno in maniera diversa.

Amelia Tomasicchio
Amelia Tomasicchiohttps://cryptonomist.ch
Esperta di digital marketing, Amelia inizia a lavorare nel settore fintech nel 2014 dopo aver scritto la sua tesi di laurea sulla tecnologia Bitcoin. Precedentemente è stata un'autrice di diversi magazine crypto all'estero e CMO di Eidoo. Oggi è co-founder e direttrice di Cryptonomist, oltre che Italian PR manager per l'exchange Bitget. E' stata nominata una delle 30 under 30 secondo Forbes. Oggi Amelia è anche insegnante di marketing presso Digital Coach e ha pubblicato un libro "NFT: la guida completa'" edito Mondadori. Inoltre è co-founder del progetto NFT chiamati The NFT Magazine, oltre ad aiutare artisti e aziende ad entrare nel settore. Come advisor, Amelia è anche coinvolta in progetti sul metaverso come The Nemesis e OVER.
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