Un report di Bank of America dimostra come gli utenti crypto siano scesi del 50% negli ultimi mesi.
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— Watcher.Guru (@WatcherGuru) July 5, 2022
Summary
Il bear market delle crypto è seguito da un calo consistente degli utenti attivi
Il crollo del mercato crypto di questi primi sei mesi del 2022, nell’ordine del 60/70% hanno fatto drasticamente diminuire anche gli utenti attivi delle valute digitali, che sono scesi del 50%.
Questo almeno è quello che sostiene un report della Bank of America appena uscito e che riguarda i soli clienti della Banca. Gli utenti di criptovalute della banca sono scesi a meno di 500.000 a maggio da oltre 1 milione di novembre 2021, quando Bitcoin e alcuni altri token hanno raggiunto i massimi storici.
Secondo gli analisti della banca, il crollo di Terra ha accelerato questa tendenza e le politiche della Fed restrittive potrebbero incidere ulteriormente su questo trend, prevedendo nuovi cali del mercato delle criptovalute.
Inoltre, sempre secondo gli analisti di Bank of America il rialzo consistente del biglietto verde non potrà che incidere negativamente sugli asset a rischio come Bitcoin e le principali criptovalute.
In un rapporto, un team della Bank of America Institute che include David Tinsley, ha scritto:
“I mercati delle criptovalute sono stati scossi da forti cali dei prezzi delle valute digitali e dal crollo di alcune stablecoin”.
Il report della banca ha analizzato tutti i movimenti dei clienti che hanno investito in criptovalute ed hanno rilevato questa tendenza. Sebbene i dati siano parziali e non riflettano gli importi investiti, il rapporto ha evidenziato questa forte tendenza al ribasso.

Gli investitori perdono fiducia nelle criptovalute
Nei mesi di Aprile e Giugno circa il 30% dei clienti della banca hanno affermato di non aver investito nelle criptovalute e di non avere intenzione di farlo in futuro. Gli analisti della banca sostengono che sarebbe aumentato quindi il sentiment negativo verso le criptovalute da parte dei propri clienti.
Ma la tendenza sembra essere generale, soprattutto dopo il crollo di Terra e della sua stablecoin che ha sicuramente generato un atteggiamento di sfiducia verso molte aziende crypto, che nell’opinione di molti potrebbero fare la stessa fine.
Bertrand Perez, CEO della Web3 Foundation, al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, ha detto
“Uno degli effetti di ciò che abbiamo visto la scorsa settimana con il problema di Terra è che siamo in una fase in cui fondamentalmente ci sono troppe blockchain là fuori, troppi token. E questo confonde gli utenti. E questo comporta anche alcuni rischi per gli utenti”.
Scott Minerd, Chief Investment Officer di Guggenheim, invece, ha sostenuto senza mezzi termini che la maggior parte delle criptovalute è “spazzatura”, ma che Bitcoin ed Ethereum sarebbero sopravvissuti.
Mentre il CEO di Ripple, Brad Garlinghouse, ha sostenuto che solo qualche centinaio di criptovalute rimarranno in vita in futuro:
“Penso che ci sia una domanda se oggi abbiamo bisogno o meno di 19.000 nuove valute. Nel mondo fiat, ci sono forse 180 valute”.