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Parlare con i defunti potrebbe essere possibile grazie all’AI

StoryLife è uno strumento di intelligenza artificiale (AI) che potrebbe permettere di parlare con i defunti, o meglio con una sorta di loro ologramma che potrebbe colloquiare con chi è ancora in vita.

No, non si tratta di un episodio di Black Mirror.

Lo strumento è già stato utilizzato a questo scopo ad esempio durante il memoriale dell’attore Ed Asner venuto a mancare nell’agosto del 2021 all’età di 91 anni.

“Niente avrebbe potuto prepararmi a quello che stavo per testimoniare quando l’ho visto,” 

ha spiegato il figlio dell’attore, Matt Asner.

In sostanza, Asner aveva registrato dei video con StoryLife prima di morire, preparando tantissime possibili risposte alle domande che la gente avrebbe potuto porgli dopo la sua morte.

Il progetto è stato co-fondato dallo storico Stephen Smith, che era a capo della Fondazione di Steven Spielberg dedicata alla Shoah Foundation.

L’azienda si sta attualmente occupando anche di creare degli archivi di personaggi famosi in modo che i fan possano interagirci. Ad esempio, attualmente sul sito si può parlare con Tim Draper (no, non è defunto).

Anche Microsoft studia per parlare con i morti

In realtà, non esiste solo StoryLife e pare che anche Microsoft sia interessata all’argomento.

Infatti, l’azienda di Redmond nel 2020 aveva già registrato un brevetto per un bot via chat che potesse simulare il modo di scrivere del defunto studiandone il comportamento online dai social. 

Ci sono anche altre aziende che stanno lavorando per far si che questo sia possibile. 

Ad esempio parliamo di MyHeritage, il sito che aiuta a compilare il proprio albero genealogico offre anche il servizio chiamato “Deep Nostalgia”, che serve ad animare le foto di famiglia – anche quelle in bianco e nero.

HereAfterAI, invece, aiuta a registrare dei video per raccontare vecchie foto e far sì che i parenti possano porre domande sulla vita e le esperienze dell’interessato.

Parlare con i defunti nel metaverso

Tutto ciò, ovviamente, ha trovato la sua estensione anche nel mondo del Web 3. Infatti, l’azienda Somnium Space vuole creare degli avatar che siano un’immagine speculare e soprattutto immortale degli utenti, in modo che anche dopo la morte l’avatar non solo avrà le stesse sembianze fisiche, ma potrà anche muoversi e parlare come il defunto.

L’azienda è stata fondata da Artur Sychov, che iniziò a pensare a questo nuovo uso del metaverso ben 5 anni fa, quando a suo padre fu diagnosticata una forma aggressiva di cancro che lo avrebbe ucciso nel giro di pochi anni.

La funzionalità “Live Forever” dovrebbe quindi permettere di riprodurre non solo l’aspetto, ma anche le movenze, il tono di voce e le espressioni delle persone e mantenere una sorta di database di queste caratteristiche al fine di avere degli avatar che anche dopo la morte possano esistere nel metaverso.

Ovviamente in questo caso entra in gioco il tema della privacy e della vendita dei dati. A questa potenziale replica, Somnium Space risponde che il progetto è decentralizzato, utilizzando la blockchain, e non venderà alcun tipo di dato degli utilizzatori della piattaforma.

Amelia Tomasicchio
Amelia Tomasicchiohttps://cryptonomist.ch
Esperta di digital marketing, Amelia inizia a lavorare nel settore fintech nel 2014 dopo aver scritto la sua tesi di laurea sulla tecnologia Bitcoin. Precedentemente è stata un'autrice di diversi magazine crypto all'estero e CMO di Eidoo. Oggi è co-founder e direttrice di Cryptonomist, oltre che Italian PR manager per l'exchange Bitget. E' stata nominata una delle 30 under 30 secondo Forbes. Oggi Amelia è anche insegnante di marketing presso Digital Coach e ha pubblicato un libro "NFT: la guida completa'" edito Mondadori. Inoltre è co-founder del progetto NFT chiamati The NFT Magazine, oltre ad aiutare artisti e aziende ad entrare nel settore. Come advisor, Amelia è anche coinvolta in progetti sul metaverso come The Nemesis e OVER.
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