Continua a tenere banco la questione sul fatto che alcune criptovalute non sarebbero commodity, ma security, e che quindi, dovrebbero registrarsi presso le agenzie come la SEC per poter essere scambiate liberamente sui mercati.
Summary
La SEC si concentra sulla regolamentazione degli exchange crypto
Ieri il Presidente della Securities and Exchange Commission (SEC), Gary Gensler, ha aggiunto un tassello importante a questa vicenda, affermando che gli exchange che consentono lo scambio di criptovalute dovrebbero essere normati esattamente come le Borse che consentono lo scambio, ad esempio, di titoli azionari.
We have rules in our capital markets to safeguard market integrity & protect against fraud & manipulation. If a company builds a crypto market that protects investors & meets the standard of our market regulations, people will more likely have greater confidence in that market. pic.twitter.com/ZxdBfvmqXP
— Gary Gensler (@GaryGensler) July 28, 2022
Nel video che ha pubblicato sul suo profilo Twitter personale, Gensler ha affermato che gli exchange crypto sono una minaccia, per quanto riguarda la protezione dei consumatori di cui la SEC deve occuparsi, e che vorrebbe fossero registrati come le Borse tradizionali, ovvero ai sensi della legge sulle security.
Per questo motivo ha svelato di aver chiesto ai funzionari della commissione di lavorare insieme alle piattaforme crypto nel tentativo di regolarle in tal senso. Ha anche rivelato che la SEC sta cercando di ottenere che alcune criptovalute vengano considerate security.
Poco tempo fa lo stesso Gensler aveva dichiarato di considerare Bitcoin una commodity. Ormai su questa definizione non sembrano più esserci dubbi condivisi.
Su Ethereum, invece, qualche dubbio residuo è rimasto, soprattutto da quando è iniziato lo staking.
Molti dubbi rimangono su molte altre criptovalute, a partire da XRP su cui è ancora in corso una causa legale della stessa SEC contro Ripple, proprio a tal proposito.
Negli ultimi tempi, in particolare dopo l’implosione dell’ecosistema Terra e della criptovaluta LUNA, sembra non solo che la questione sul fatto che alcune criptovalute andrebbero considerate security stia riprendendo vigore, ma soprattutto sembra anche che le varie agenzie governative siano più propense a considerare molte criptovalute come security.
Le crypto a rischio definizione “security”
Ad esempio, oltre a XRP c’è la questione BNB (Binance Chain), con i suoi buyback sul mercato, e tutti gli altri token emessi da società crypto come quelli che gestiscono gli exchange.
In questo momento l’unica certezza è che Bitcoin non possa essere considerato una security, ma vada considerato come una commodity. Sul resto, invece, di certezze ve ne sono molte meno, a partire da tutte quelle criptovalute che consentono (e promettono) guadagni con lo staking.
Da questo ragionamento comunque vanno escluse le stablecoin che di sicuro non possono essere considerate di per sé security.
Pertanto solo gli exchange crypto che consentono scambi solamente in Bitcoin e stablecoin possono essere esclusi dal ragionamento di Gensler.
Tutti gli altri, ovvero la stragrande maggioranza, rientrano nella casistica per la quale la SEC sta cercando di verificare se vadano trattati come piattaforme di scambio di security a tutti gli effetti, secondo le normative vigenti.