Sono in arrivo grandi novità per Ethereum.
Il Merge, previsto per il 15 settembre, potrebbe infatti innescare una serie di conseguenze potenzialmente positive per Ethereum, se tutto andrà bene.
Il Merge porterà grandi benefici
Una di queste è già stata annunciata: l’anno prossimo la città di Buenos Aires, in Argentina, installerà un suo nodo Ethereum.
⚡️ BREAKING: #Argentina will run #Ethereum nodes in 2023. pic.twitter.com/HeTfWZzO4P
— Crypto Rand (@crypto_rand) August 15, 2022
Buenos Aires è la capitale, ed il suo nodo validatore sarebbe di fatto gestito dal governo del Paese.
La notizia è stata data durante la conferenza ETH Latam direttamente dal Segretario per l’Innovazione e la Trasformazione Digitale, Diego Fernández, dicendo che nel 2023 verranno installati ed eseguiti software client Ethereum.
Fernández ha anche dichiarato di ritenere che ciò promuoverà lo sviluppo di una regolamentazione flessibile per le criptovalute, e che l’implementazione di nodi validatori Ethereum a Buenos Aires ha sia scopi esplorativi che proprio normativi.
Infatti i nodi che verranno implementati saranno eseguiti all’interno della sandbox normativa che il legislatore ha approvato nel 2021.
Già a marzo la città di Buenos Aires aveva avviato un progetto blockchain, TangoID, ovvero una piattaforma di identificazione che dovrebbe diventare operativa sempre gennaio nel 2023.
Quindi l’iniziativa legata al nodo validatore non è solo di carattere prettamente finanziario, ma anche tecnico ed in qualche modo politico, dato che verrà sfruttata per cercare di migliorare le normative locali in ambito crypto.
Bisogna tenere presente che dopo il passaggio a Proof-of-Stake (PoS), previsto per il 15 settembre o per i giorni appena successivi, i nodi validatori riceveranno ricompense in ETH per le transazioni che valuteranno, senza dover più fare mining.
Pertanto l’iniziativa dell’Argentina potrebbe anche essere seguita in futuro da altri Paesi interessati a generare rendite dallo stalking dei loro ETH.
Questo potrebbe favorire ulteriormente proprio lo staking di ETH, dato che in questo momento sui 120 milioni di ETH in circolazione solo poco più del 10% (13 milioni) sono già in staking.
Infatti la Proof-of-Stake prevede che i nodi validatori debbano immobilizzare dei loro ETH per poter partecipare al processo di validazione, e che vengano remunerati con ETH provenienti dalle fee e con altri creati all’occorrenza. Quindi lo staking da un lato immobilizza degli ETH, rendendoli non scambiabili sui mercati, e dall’altro remunera chi lo fa. Una volta terminato il passaggio a PoS, tutti gli ETH in staking però verranno resi nuovamente disponibili per poter essere ritirati e, volendo, messi sul mercato per la loro vendita.