Il Ministero dello Sviluppo Economico della Federazione Russa ha affermato che il calo del PIL in Russia sarà meno grave del previsto, così come l’inflazione sarà meno elevata, rispetto a quanto stimato per Regno Unito e resto d’Europa.
Vladimir Putin, il Presidente russo, poi, incolpa gli USA per gli effetti della loro “egemonia economica mondiale”.
Summary
Russia: il PIL e inflazione sono meno gravi del previsto
Secondo quanto riportato, pare che nonostante la continua guerra in Ucraina (ad oggi si contano 6 mesi di guerra), il PIL e l’inflazione della Russia saranno meno gravi del previsto.
A dichiararlo è il Ministero dello Sviluppo Economico della Federazione Russa che sottolinea che il Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’economia russa è stimato in calo del 4,2%.
A quanto pare, la Russia sembra reggere meglio di quanto pensato le sanzioni ricevute da USA e da altri Paesi occidentali, per un totale di 9.117 sanzioni da 46 Paesi. Il Ministero dell’Economia russo prevede, inoltre, che l’inflazione a fine 2022 raggiungerà il 13,4%.
Niente a che vedere con l’inflazione del Regno Unito che già ora pare aver superato il 10% e, si prevede, che il tasso d’inflazione dell’Unione Europea sarà altrettanto elevato.
Russia: Putin incolpa USA per gli effetti della loro “egemonia economica mondiale”
Il Presidente russo, Vladimir Putin, inoltre, pare attribuisca agli USA questa situazione di crisi mondiale, sottolineando che i conflitti esistono per mantenere la loro egemonia economica mondiale.
E infatti, l’ultima mossa statunitense di inviare Nancy Pelosi a Taiwan è stata per Putin una “palese dimostrazione di mancanza di rispetto”.
Nel suo discorso a Mosca di questa settimana, Putin ha detto:
“Hanno bisogno di conflitti per mantenere la loro egemonia. Per questo hanno trasformato il popolo ucraino in carne da macello. La situazione in Ucraina dimostra che gli Stati Uniti stanno cercando di trascinare il conflitto, e agiscono esattamente nello stesso modo cercando di alimentare i conflitti in Asia, Africa e America Latina. [..] L’avventura americana a Taiwan non è stata solo un viaggio di un politico irresponsabile. È stata parte di una strategia deliberata e consapevole degli Stati Uniti volta a destabilizzare la situazione e a creare il caos nella regione e nel mondo intero, una palese dimostrazione di mancanza di rispetto per la sovranità di un altro Paese e per i suoi obblighi internazionali.”
Il rublo resiste al dollaro americano
Un altro indicatore non indifferente è che il Rublo, la moneta russa, resista al Dollaro americano.
Lo scorso giugno, infatti, il Rublo ha raggiunto il picco più alto degli ultimi 7 anni, ed è stato scambiato a 55,47 dollari americani.
Non solo, la Banca Centrale Russa (CBR) ha avviato il progetto di sviluppo del Rublo digitale CBDC, previsto per l’emissione nei prossimi anni.